Un cacciatore di Segno, frazione del comune di Predaia (provincia di Trento), si è rivolto al Tribunale Amministrativo Regionale per chiedere di praticare l’attività venatoria nella riserva di Coredo. La vicenda è cominciata all’inizio del 2015, più precisamente quando è nato il Comune di Predaia. Secondo la legge, infatti, un cacciatore residente in un comune o in una frazione poteva chiedere l’accesso a una riserva, a patto che fossero rispettati i confini comunali.
Coredo è una delle frazioni del nuovo comune di Predaia, ma a distanza di un anno c’è stato il rifiuto da parte dell’Associazione Cacciatori Trentini, secondo cui non poteva essere rilasciato il permesso a causa di una variante alla legge. Il no è arrivato anche dalla stessa riserva di caccia che ha accertato la mancata residenza da almeno tre anni nel comune di Predaia. Per l’avvocato del cacciatore, la variante non è retroattiva e il suo assistito avrebbe rispettato la normativa.
La questione è piuttosto complessa, visto che il rifiuto del permesso è motivato dal fatto che il cacciatore non era residente a Predaia da almeno tre anni, ma per la tesi difensiva nello stesso comune trentino non erano residenti nemmeno i residenti di Coredo. I giudici amministrativi saranno ora chiamati a sciogliere ogni dubbio, ma non è escluso un ulteriore ricorso, quello al Consiglio di Stato.