Grazie alla cortesia della Forest Italia e di Matteo Martinoglio, suo agente di zona, unite alla solita ospitalità di Giorgio Rosso del poligono di Carrù, abbiamo potuto prender visione del nuovo cannocchiale da puntamento della Leica ed effettuare alcuni tiri di prova. Alla serie conosciuta ed apprezzata dei Magnus e al modello LRS per il tiro a lunga distanza si aggiunge oggi la serie Fortis 6i declinata nei modelli 1-6×24 e 2-12×50: due proposte con fattore di ingrandimento di 6x che coprono una percentuale assai elevata delle esigenze venatorie, sia per la caccia al cinghiale, o comunque a selvatici a cui si spara in movimento, sia per la caccia di selezione dove occorra un maggior valore di ingrandimento. Qualche attenzione a certi particolari ha permesso di contenere il prezzo di questa novità con un 23-24% in meno rispetto ai Magnus di analoga potenza.
Sottolineare a parole le valenze delle ottiche Leica sembra quasi superfluo: da quando la Casa col marchietto rosso si è presentata sul campo delle ottiche da puntamento ha chiarito con i fatti che le lenti e la meccanica sono ai vertici del settore. Se era scontato per le prime dove la militanza tecnica è di lunghissima data, altrettanto non era per le torrette di regolazione così il progetto del “tutto acciaio” è stato affidato a un progettista che è considerato un’autorità per tali impianti. Questo per dire che un click è un click, dieci son dieci sempre con il rispetto del valore unitario qui indicato in 1 cm a 100 metri, e il ritorno al punto zero è preciso e garantito.
Qualche particolare del Fortis
Partiamo dal tubo in acciaio 60 HRC con parte interna e parte esterna agganciate stabilmente, spessore con un 50% in più della media usuale, tutto ciò a garanzia di robustezza anche in caso di qualche urto o serraggio non proprio delicato, così come del mantenimento della posizione del reticolo a perfetta centratura anche con calibri ringhiosi. Passiamo alle lenti con trasmissione della luce superiore al 92%, immagini perfette su tutto il campo visivo, quindi assenza di aberrazioni anche ai margini; reticolo 4A sul secondo piano focale, nero pieno e sottile per una maggior perfezione di puntamento. Puntino luminoso microscopico a 9 livelli di intensità con spegnimento e accensione rapidissimi e automatici con facile regolazione sulla torretta laterale sinistra.
Linea esterna gradevole e filante con ghiera maggiorata e di movimento fluido per il veloce cambio degli ingrandimenti. Abbiamo avuto modo di provare il Fortis 6i 2-12×50 apprezzando subito la grande pupilla di uscita e la distanza fra la lente e l’occhio che non necessita di ricerca micrometrica della postura: se è comodo in poligono tale fattore sovente diventa esiziale a caccia e qui Leica consente una piena soddisfazione. Nella prova a fuoco abbiamo avuto modi di provare una prima serie di cartucce Hasler: il costruttore dei fenomenali proiettili in rame ha avviato una sua produzione di cariche e disponiamo di quelle scelte da Martinoglio per la caccia al cinghiale, quindi non propriamente da tiro. Il calibro è il .308 Win. e la palla è una RN, quindi a punta arrotondata, da 10,3 g (159 gr) espansiva con effetto “ariete”: due rosate con fucili diversi sottolineano come la prima presa di contatto sia estremamente appagante. Torneremo sull’argomento e sulle cartucce Hasler a breve per sviluppare una prova su diversi calibri.