Lo scorso 31 marzo c’è stato un incontro presso la sede del Ministero della Salute dopo la richiesta fatta pervenire dalla Federcaccia: erano presenti, tra gli altri, Stefano Simeoni, consigliere dell’ACMA (Associazione Cacciatori Migratori Acquatici), e Lorenzo Carnacina, vicepresidente FIDC e responsabile dell’Ufficio Avifauna Migratoria. L’appuntamento era molto importante alla luce dei focolai di influenza aviaria nel continente europeo, visto che si sta parlando di quasi duemila casi tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017.
La Commissione UE ha modificato le misure di sicurezza con un’apposita delibera, una serie di provvedimenti recepiti dall’Italia che ha adeguato le attuali normative. L’ordinanza relativa all’impiego di richiami vivi nella caccia è stata abrogata in maniera definitiva, indipendentemente da quanto stabilito alla fine dello scorso anno, vale a dire la sospensione della deroga e divieto temporaneo dell’uso dei richiami. Sono stati anche regolamenti gli allevamenti avicoli per prevenire l’aviaria.
Nell’incontro si è chiarito che la sospensiva della deroga prevedeva il divieto immediato di utilizzo in tutta Italia, mentre negli allevamenti si è deciso di rispettare alcuni limiti territoriali. L’ACMA ha sottolineato come mantenere i richiami vivi con le dovute precauzioni rimane uno dei propri obiettivi principali. La questione continuerà ad essere monitorata per nuovi aggiornamenti e sviluppi.