Ventiquattro ore di caccia pasquale: l’appuntamento è molto atteso in Nuova Zelanda e torna puntuale ogni dodici mesi, quando i cacciatori si incontrano per il prelievo venatorio delle lepri, attività che serve a ridurne sensibilmente la popolazione. Il quotidiano britannico Guardian ha raccontato cosa è accaduto nel paese oceaniano due giorni fa, quando sono stati abbattuti 10mila animali nel distretto del Central Otago, regione montuosa e fredda del paese. La caccia pasquale esiste da 25 anni e si svolge sempre nell’isola meridionale (South Island) L’edizione 2016 è stata caratterizzata da 27 gruppi composti da 12 cacciatori ciascuno (per un totale di 324 persone).
Va inoltre ricordato come nel totale di selvatici abbattuti vadano ricompresi anche i furetti, considerati tra i principali “flagelli” della Nuova Zelanda. Secondo quanto riferito da Eugene Ferreira, presidente dell’Alexandra Lions Club (l’associazione che organizza l’evento), le cifre di quest’anno sono peggiori di quelle dell’edizione precedente, nonostante le condizioni siano state eccellenti (totale assenza di pioggia). Il team che ha vinto la giornata venatoria è stato quello di Down South, capace di abbattere 889 lepri. Il record ancora imbattuto di animali cacciati nel corso dell’appuntamento festivo è di 23mila lepri.
La caccia è cominciata alle 9 di mattina di venerdì 25 marzo: come sottolineato dallo stesso Guardian, il prelievo ha maggiori possibilità di riuscita nelle ore notturne e al tramonto. Molte lepri saranno utilizzate come fertilizzante, altre diventeranno cibo per cani, mentre una piccola parte sarà destinata al consumo alimentare dell’uomo, anche se ricette di questo tipo sono diventate sempre più rare in Nuova Zelanda. Gli animalisti hanno deciso di presidiare il territorio per contestare la caccia di cui si sta parlando, ma hanno riconosciuto l’entità delle devastazioni provocata dalla specie dopo l’immissione nel territorio.
Il prelievo pasquale è diventato fondamentale soprattutto per tutelare il settore agricolo, dato che le lepri sono diventate una vera e propria minaccia per le colture. Ferreira ha evidenziato come questi mammiferi siano responsabili di una massiccia erosione delle terre agricole: la caccia è risultate la modalità di contrasto più efficace ed efficiente per il controllo del numero di animali. L’introduzione delle lepri in Nuova Zelanda risale agli anni Trenta dell’800: la storia agricola del paese è piena di eventi legati a terreni agricoli completamente distrutti e rovinati, non solo nella South Island. Un ultimo cenno lo merita il costo dell’operazione, visto che è stata calcolata una spesa di decine di milioni di dollari per controllare le perdite e gli altri danni.