Nuoro – Durante una battuta di caccia al cinghiale un dodicenne, in compagnia del padre, è stato ferito gravemente alla testa da un colpo sparato per sbaglio da uno dei cacciatori.
E’ finita in tragedia una battuta di caccia al cinghiale nei boschi di San Michele (Irgoli), in provincia di Nuoro, dove un bambino di dodici anni che accompagnava il padre nel corso della battuta, è rimasto ferito gravemente alla testa da un colpo di fucile sparato per sbaglio da un altro cacciatore partecipante alla battuta. Ieri mattina infatti il dodicenne ha accompagnato il padre in una battuta di caccia al cinghiale unendosi alla squadra di caccia avvicinandosi così ad una passione che viene da sempre tramandata di padre in figlio e cominciando a conoscerne i rischi oltre che il divertimento; così come un esperto cacciatore, indossando l’abbigliamento mimetico, il bambino ha raggiunto la posta assegnata al papà posizionandosi in attesa della preda.
Da una prima ricostruzione sembrerebbe che nel corso della battuta il bambino, che probabilmente non indossava gli indumenti ad alta visibilità obbligatori per questo tipo di caccia, si sia addentrato tra i cespugli avvicinandosi forse troppo alle altre poste ove si trovavano gli altri cacciatori in attesa del cinghiale. Uno dei cacciatori, un carabiniere in pensione di 64 anni assegnato ad una posta vicina, ha così visto muoversi qualcosa tra i cespugli e, credendo si trattasse dell’atteso cinghiale, ha esploso un colpo tra i cespugli ferendo gravemente alla testa proprio il ragazzino.
I soccorsi sono stati immediati, sul posto è giunto personale del 118 ed un elicottero dei Vigili del Fuoco che ha provveduto a trasportare d’urgenza il bambino ferito all’Ospedale San Francesco di Nuoro; a causa delle condizioni gravissime, dopo i primi esami clinici, i medici hanno deciso di sottoporre il dodicenne ad un lungo e delicato intervento chirurgico per rimuovere il proiettile. Non è ancora noto l’esito dell’intervento e per ora il bambino si trova sotto osservazione, lottando tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione del San Francesco.
Sulla vicenda indagano i Carabinieri della Compagnia di Siniscola che hanno provveduto a sentire tutti i testimoni ed ovviamente l’anziano cacciatore, ancora sotto choc, che ha sparato ed a cui è stato sequestrato il fucile. Non sembrano esserci discordanze tra le testimonianze ma è da chiarire anche la posizione del padre e la propria responsabilità nella vicenda per aver portato con se in battuta il figlio minore.
Un incidente di caccia che purtroppo vede coinvolto questa volta un bambino, figlio di un cacciatore, che magari voleva seguire la stessa passione del padre; si tratta di vera e propria tragedia e tutto il mondo venatorio si stringe vicino alla famiglia del bambino.
Purtroppo però ancora una volta una simile tragedia diviene, tristemente, l’ennesimo pretesto per i soliti anticaccia per fare della facile demagogia e puntare il dito contro la caccia e contro tutti coloro che seguono questa passione.
12 novembre 2012