Il numero uno di Statskog, Jo Inge Breisjøberget, ha spiegato come l’interesse per la caccia in Norvegia sia ancora grande, di conseguenza il 2016 dovrebbe essere caratterizzato da una domanda sostenuta. Proprio questo boom ha convinto a ideare il metodo più giusto e “democratico” per non scontentare nessuno. Il macchinario del lotto di cui si sta parlando funzionerà in modo automatico, dunque non ci sarà bisogno dell’intervento umano, così da evitare polemiche e possibili manipolazioni. Il prelievo venatorio è una risorsa molto importante per il paese nordico, soprattutto per tenere sotto controllo la popolazione complessiva di determinate specie, alce in primis.
Lo scorso mese di febbraio, ad esempio, l’amministratore del Distretto di Midt-Troms, Willy Ørnebakk, ha raccomandato una riduzione di questi animali pari ad almeno il 25%, una urgenza motivata dalla pubblicazione di un rapporto secondo cui nella municipalità sono stati registrati tra gli 800 e gli 820 alci (il confronto con il 2014 ha fatto scattare l’allarme). Tra l’altro, questo tipo di caccia coinvolge sia uomini che donne ogni anno e un recente studio ha evidenziato i benefici fisici e mentali che possono essere guadagnati grazie a questa attività. Nelle aree destinate alla caccia all’alce possono essere utilizzati anche i cani: le zone più gettonate sono senza dubbio le regioni montuose, sia nella parte settentrionale che in quella meridionale della nazione.
In altre aree, invece, sono prevalenti i lupi, di conseguenza vengono sfruttate modalità diverse. Nel corso del 2015 Statskog ha incassato qualcosa come 14 milioni di corone svedesi (circa 1,4 milioni di euro) dai 60mila cacciatori di alci. Secondo quanto riferito dai responsabili dell’agenzia, i guadagni potevano essere addirittura superiori, tenendo conto della popolosità delle aree, ma i prezzi venatori non sono esclusivi e possono subire delle modifiche anche piuttosto marcate.