Il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte si è pronunciato sul ricorso di un cacciatore dopo che la Questura di Vercelli gli aveva revocato la licenza di porto di fucile. Dopo un controllo dei Carabinieri, infatti, erano stati scoperti quattro fucili da caccia e 368 munizioni calibro 12, tutto regolarmente denunciato. Al contrario, 14 cartucce calibro 20 a palla unica e una cartuccia calibro 20 a pallettoni non erano denunciate: l’uomo aveva spiegato che si trattava di munizioni di proprietà del padre, ma, come già specificato, la Questura aveva revocato la licenza di caccia.
Il cacciatore ha poi presentato ricorso, insistendo soprattutto sulla tenuità del fatto e sull’assenza di qualsiasi volontà di nascondere la detenzione delle cartucce. Il ricorso è stato ritenuto infondato dal TAR: secondo i giudici amministrativi, il cacciatore aveva munizioni che non poteva usare per le armi denunciate, dunque o ne deteneva altre oppure si è trattato di una grave dimenticanza.
Tra l’altro, l’uomo che ha presentato ricorso aveva anche spiegato di non essersi accorto della presenza di altre cartucce, ma questa situazione non è stata giudicata plausibile, visto che le munizioni non denunciate erano insieme a quelle denunciate. La sentenza ha confermato il divieto del porto d’armi, anche perchè quanto accaduto non può essere considerato una semplice inadempienza formale.