“I principi della legge quadro nazionale sulla caccia, la 157/92, sanciscono che i diritti delle associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale non possono in alcun modo venire disattesi da un decreto locale”. Inizia con queste parole il Presidente Regionale del Veneto e Vice Presidente Nazionale ARCI Caccia Giuliano Ezzelini Storti per comunicare che l’associazione depositerà nei prossimi giorni un Ricorso Straordinario al Capo dello Stato con Eccezione di incostituzionalità e richiesta di sospensiva cautelare nella nomina dei componenti venatori dell’ATC 5 di Venezia. Oggetto del dibattito una presunta violazione di legge che ha visto un’associazione venatoria non riconosciuta a livello nazionale essere rappresentata all’interno del comitato di un ambito territoriale di caccia. Infatti, assegnare ad un’associazione venatoria regionale un riconoscimento non previsto dalla normativa nazionale, nonostante esistano normative di carattere Regionale, lede i diritti di tutte le altre associazioni nazionalmente riconosciute ed è proprio per questo che si è ritenuto doveroso rivolgersi a chi amministra la giustizia nel nostro Paese.
Azione intrapresa agli albori di un nuovo Piano Faunistico Regionale del Veneto che proprio nei prossimi mesi dovrebbe essere approvato anche su questi temi e su cui non si vedono né volontà di mediare, né volontà di discutere. Lo stesso Ezzelini Storti prosegue, poi, determinato, così: “Ci siamo mossi dopo le espressioni dell’assise congressuale regionale e dell’organismo d’indirizzo politico nazionale che hanno confermato la nostra tesi. Abbiamo, quindi, dato mandato ai legali in maniera che venga elaborato e depositato nei prossimi giorni un esposto. Serva da monito prima della stesura del nuovo Piano Faunistico Regionale!”. L’ATC numero 5 di Venezia è stato scelto perché prima nomina utile per dare vita ad un ricorso che da anni si attende in Veneto e in Italia: può essere presente in un Comitato di Gestione un’associazione Regionale?
Chiaro e conciso Ezzelini Storti che, con il preciso scopo di assolvere i mandati avuti dal Congresso Regionale e dal Consiglio Nazionale, presenterà nei prossimi giorni, assieme al Presidente Nazionale Sergio Sorrentino e al Presidente del Consiglio Provinciale di Venezia ARCI Caccia Piergiorgio Fassini, ricorso al Capo dello Stato eccependo l’illegittimità costituzionale rispetto al decreto del sindaco della Città Metropolitana di Venezia che ha designato un rappresentante di un’associazione venatoria non riconosciuta nazionalmente (Associazione Cacciatori Veneti) all’interno del comitato direttivo dell’ATC lagunare vallivo di Venezia. ARCI Caccia, dunque, in un contesto politico come quello attuale, dove il più delle volte la classe dirigente pensa prima al proprio bene che a quello collettivo, intente valorizzare la volontà e i diritti dei propri associati. È per questo che i suoi dirigenti hanno deciso che intraprenderanno una battaglia legale in ogni dove verranno a mancare i presupposti di legge e non si terrà conto delle vere esigenze della caccia e dei cacciatori.
L’art 14 comma 10 della 157/92 nella gestione programmata della caccia, parla solo di Associazioni Venatorie Nazionali RICONOSCIUTE, non capisco come possa far parte dei comitati di gestione ACV, che è solo un’associazione regionale, NON MI SEMBRA CHE UNA LEGGE REGIONALE POSSA PREVARICARE UNA LEGGE DELLO STATO.
Confavi di cui ACV fa parte, NON OTTENNE DALLA CORTE COSTITUZIONALE IL RICONOSCIMENTO DI ASSOCIAZIONE VENATORIA NAZIONALE, SEBBENE QUESTA AVESSE COME EMINENZA GRIGIA SERGIO BERLATO.