Una sentenza che fa e farà ancora molto discutere. La Prefettura di Vicenza è intervenuta qualche tempo fa per respingere l’istanza di un imprenditore che aveva fatto richiesta del porto d’armi. Si tratta di un uomo che è titolare di una ditta specializzata nella compravendita e nel recupero di metalli preziosi (non solo oro e argento). Un’attività di questo tipo è molto particolare e ha attirato l’attenzione dei malviventi.
I furti ai danni della sua azienda sono stati tre e per questo motivo si era convinto a chiedere la licenza. La Prefettura vicentina ha bocciato la sua istanza e anche i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto hanno ragionato allo stesso modo. La motivazione del no sembra incredibile. Per la magistratura amministrativa, l’imprenditore ha subito solamente reati contro il patrimonio, mentre non ci sarebbero state minacce e nemmeno aggressioni fisiche o intimidazioni.
Ecco perchè per il TAR non c’è alcun bisogno del porto d’armi e non va tutelato il diritto all’autodifesa. La domanda aveva riguardato il porto di pistola per difesa personale, ma le incursioni dei ladri nella sua ditta non sono state sufficienti a convincere giudici e Prefetto. Si tratta di un precedente che potrebbe fare giurisprudenza e da valutare in modo approfondito.