Il primo divieto è proprio quello di 27 anni fa, ma l’istanza del cacciatore è stata respinta nel 2007 e i giudici amministrativi hanno confermato le due impostazioni. Tra l’altro, l’uomo è stato condannato a sei mesi di reclusione e a pagare 200mila lire di ammenda a causa della lite con la guardia venatoria.
Il Tribunale laziale ha spiegato come non sia importante il fatto che siano trascorsi cinque anni senza altri delitti, circostanza che farebbe estinguere il reato. Il cacciatore è stato giudicato inaffidabile, dunque non può mantenere la licenza di caccia, tenendo anche conto del tipo di reati che sono stati contestati.