L’utilizzo di sostanze stupefacenti e la condanna per guida in stato di ebbrezza pregiudicano il rilascio del porto d’armi e il possesso di munizioni. In sintesi, è questa una delle ultime sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale della Liguria, il quale ha respinto il ricorso di un 50enne contro il Ministero dell’Interno. La Prefettura genovese aveva deciso di non autorizzare la detenzione di armi ed esplosivi, in quanto la condotta di vita del titolare deve essere negli anni indiscutibile.
L’uomo non ha segnalato lo spostamento di un fucile, inoltre diversi anni fa è stato trovato in possesso di diversi grammi di cocaina. Il consumo dello stupefacente era stato sporadico, ma comunque accertato per almeno due anni, poi era subentrata la condanna per guida in stato di ebbrezza. Nel 2016 c’era stata l’ennesima richiesta per riottenere la licenza, ma Prefetto e Tar sono stati inflessibili.
Per i giudici amministrativi, è plausibile che la persona rinunci agli stupefacenti, mentre è più difficile pensare alle altre conseguenze per quel che riguarda la fruizione di tutti i diritti. Il proscioglimento dalle responsabilità penali non è determinante e non influisce sulla detenzione delle armi: al contrario, la condotta di vita nel periodo compreso tra il 2000 e il 2008 non può rassicurare sulla correttezza futura dell’uomo.
Una volta tanto mi trovo in accordo con i giudici. Però bosogna anche considerare se al momento attuale ne fa uso. Se da aragazzo ha commesso un errore non possiamo farglielo pagare tutta la vita.