Ma l’Ispra (l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale) in due pagine di provvedimento a firma del responsabile dell’Area Pareri tecnici e strategie di conservazione e gestione del Patrimonio faunistico nazionale – Roberto Cocchi – non è stato sin qui in grado di esprimersi circa il parere, motivando questo “ni” con il fatto che «nel 2020 risultano riportate (nel parere inviato dal Comprensorio delle Prealpi) 15 denunce per danni da cinghiale la cui entità economica complessiva è di poco inferiore ai 4 mila euro».
«Sebbene tali valori sembrerebbero definire un contesto in cui le criticità imputabili alla specie sono contenute, non avendo dati utili relativi agli anni pregressi non è possibile esprimere una valutazione tecnica dell’efficacia delle soluzioni gestionali adottate». E ci sono 115 cacciatori in attesa del via libera (La Provincia di Como).