Le sezioni provinciali di Pistoia dell’Associazione Nazionale Libera Caccia e Arci Caccia hanno esaminato l’interrogazione presentata dal consigliere regionale della Toscana Marco Niccolai. Si sta parlando del controllo numerico degli ungulati e delle specie problematiche: Niccolai ha posto l’accento sulla gestione delle aree protette. Queste zone in cui la caccia programmata non è possibile rischiano di diventare una continua fonte di problemi in caso di mancati interventi. Un esempio emblematico è quello del Padule, nel Pistoiese, area protetta in minima parte e in cui il prelievo venatorio è consentito soltanto in maniera saltuaria.
Il cinghiale è presente in modo massiccio e gli operatori che lo possono contrastare sono molto pochi, senza dimenticare le poche sere a settimana in cui sono fatti intervenire. Nell’area umida si registrano danni a ripetizione, con la necessità di rimborsare gli agricoltori per i danni subiti. La recente sentenza della Corte Costituzionale contro il contenimento dei cinghiali in Liguria non viene vista come una novità positiva, anche se per il momento non riguarda la Toscana, nonostante il rischio di uno “spargimento a macchia d’olio”.
Si rischia soprattutto di rendere impossibile il contrasto alla proliferazione di cinghiali, cervi, volpi e nutrie negli istituti faunistici, di conseguenza l’interrogazione di Niccolai rappresenta uno spunto interessante. Il consigliere regionale è stato invitato infine dalle due associazioni venatorie a rimuovere gli ostacoli che impediscono la gestione delle popolazioni animali sul 100% del territorio agro-silvo-pastorale.