Ronde notturne contro i cinghiali: stanchi delle devastazioni che da inizio aprile si susseguono senza sosta, gli agricoltori di Confagricoltura Padova hanno deciso di organizzare un servizio di sorveglianza notturna per controllare oltre cento ettari di campi nella zona delle Vallette, a Ospedaletto Euganeo. A farsi promotore dell’iniziativa è Christian Rossi, imprenditore agricolo tra i più danneggiati dalle incursioni degli ungulati. “Dopo la devastazione subita alla prima semina del mais e non potendo cambiare coltura per le lavorazioni specifiche fatte sul terreno con il diserbo selettivo, bisognava procedere alla risemina – racconta -.
Ma farlo senza trovare qualche nuovo sistema di difesa sarebbe stato inutile, perché gli animali sarebbero arrivati subito a fare razzia. Così mi è venuta l’idea di contattare una ditta specializzata che svolgesse il servizio di sorveglianza, con l’obiettivo di ottenere un effetto dissuasivo e di disturbo dell’attività notturna dei cinghiali”. Il progetto ha trovato immediato consenso. “Ho proposto il servizio ad altri agricoltori limitrofi alla mia campagna e, una volta approvata l’iniziativa, è iniziato il servizio di ronda – spiega – . Ogni sera un incaricato, dall’imbrunire all’alba, gira tra le campagne con un mezzo dotato di un giro-faro molto potente. Compie percorsi sempre diversi, per custodire al meglio la superficie a lui affidata, che è di circa cento ettari. A ogni turno individua un numero di capi che varia tra i 3 e i 15 animali, anche più volte nella stessa notte.
Ovviamente il servizio è a pagamento e le spese sostenute sono completamente a nostro carico”. Gli agricoltori sono costretti a provare tutti i sistemi possibili per limitare i danni, che grazie al servizio di ronda, sulla parte riseminata, sono finora contenuti. “Nonostante questo momentaneo sollievo, la strada per arrivare al raccolto è solo all’inizio – avverte Rossi – e con un numero così elevato di animali in giro per i campi prevedo che danni ne subiremo ancora molti. Siamo tutti concordi che il prossimo anno, considerate le condizioni attuali, sarà impossibile programmare una produzione di mais in tutta quella zona, creando problemi per la rotazione colturale, oltre che al bilancio delle nostre aziende. Speriamo che gli organi competenti ci diano ascolto e trovino il modo per risolvere il problema. Noi siamo pronti a prestare il nostro aiuto” (ANSA).