«Sono stati 580 i cinghiali abbattuti nel 2019, 313 dei quali con la presenza di vigili della Provincia e 90 nelle zone di riserva di caccia e oasi, in seguito all’approvazione del nuovo Piano di contenimento» lo dicono Gianfranco Baldi, presidente della Provincia di Alessandria, e Stefano Zoccola, delegato alla Caccia, nella risposta a Cesare Chiesa, sindaco di Rosignano e presidente dell’Unione di Terre di vigneti e Pietra da cantoni, che invocava interventi più incisivi nella lotta agli ungulati.
Nella lettera si fa riferimento anche alle figure dei «tutor» faunistici, che possono affiancare agricoltori sprovvisti di porto d’armi per interventi di contenimento degli ungulati. I due rappresentanti della Provincia lamentano lo stallo del progetto di superamento delle zone di riserva di caccia «osteggiato proprio dai sindaci per lamentele degli abitanti ormai abituati a non avere attività venatoria vicina alle abitazioni, ma queste zone sono il naturale rifugio degli ungulati, che di sera e di notte escono dai loro nascondigli alla ricerca di cibo, recando danno alle attività agricole e pericolo sulle strade».
Si ribadisce inoltre che la gestione della caccia , anche di selezione e controllo è un compito degli Atc, disgiunti dalla Provincia, ma spesso con rappresentanti dei Comuni. «La Regione – sottolineano Baldi e Zoccola – ha prolungato il calendario venatorio per la caccia programmata al cinghiale fino al 31 gennaio per recuperare i giorni persi a causa delle alluvioni di ottobre e novembre. I sindaci potranno dunque sollecitare i loro rappresentanti nelle Atc ad esercitare la caccia nei rimanenti giorni di gennaio» (La Stampa).