L’industria acquisterà le carcasse dai cacciatori e le trasformeranno in carne pronta per la distribuzione. Figliuolo ha sottolineato il fatto che si tratti del primo accordo tra una società privata e il mondo venatorio. Diversi opifici sono pronti a ricevere la selvaggina, inoltre la carne verrà “visitata” dal punto di vista sanitario e poi commercializzata. Fino ad oggi tutto questo non era possibile in Basilicata e ci si è limitati al selecontrollo.
La filiera permette ai cacciatori di mantenere basso il numero di cinghiali, dunque si tratta di un incentivo ad aumentare i capi a testa. La vendita, poi, frutterà il guadagno di un euro per ogni chilo. La popolazione di cinghiali lucani è fuori controllo da tempo e la stessa CIA ha parlato di 60mila-70mila esemplari come cifra più realistica per descrivere il fenomeno.