Inoltre, il numero eccessivo di cinghiali può rappresentare un problema dal punto di vista sanitario. Il piano della Provincia è stato pensato proprio per venire incontro agli agricoltori e per impedire che reti e supporti per l’elettrificazione fossero rovinati. In poche parole non si sta parlando di nulla di strano o insolito. La polemica principale che è stata avanzata ha a che fare con il presunto mancato avvertimento del Comitato Faunistico e delle associazioni. In aggiunta, la selezione dei cacciatori incaricati di abbattere gli ungulati sarebbe avvenuta senza aver prima convocato il gruppo intero di coadiuvatori, i quali sono chiamati in causa in situazioni come quella che si sta approfondendo.
L’Ufficio Caccia dell’amministrazione provinciale ha contattato la Guardia Forestale e ha poi deciso in maniera autonoma di far partire l’iniziativa, senza che i 45 volontari fosse interpellato. Dodici di queste persone sono state chiamate direttamente senza che ci fosse una selezione e sono state le uniche a partecipare le sedute di caccia. Secondo la stessa Provincia di Oristano, i volontari selezionati sarebbero persone di fiducia, ma le preferenze rispetto ad altre non sono state affatto gradite.
Tra l’altro, viene lamentato persino il fatto che non si sa ancora che fine abbiano fatto i cinghiali abbattuti fino a questo momento. In Sardegna si aggiunge dunque un nuovo argomento venatorio ricco di spunti dopo che le associazioni locali si sono riunite e hanno fatto chiaramente intendere come non ci sia bisogno degli Ambiti Territoriali di Caccia nell’isola. La polemica sui cinghiali sembra solamente all’inizio e non è chiaro come possano essere appianate le varie posizioni: molto probabilmente ci saranno degli aggiornamenti importanti già ad aprile.