Tali proiettili, specie il 100 gr, erano dotati di una camiciatura molto sottile, più da varmint che da prede robuste e fu così, almeno tale è la tradizione orale che s’è perpetuata qui da noi, che la cartuccia fu vista sotto una cattiva luce con ferimenti superficiali causate dalla fragilità della palla con scarsa capacità di fermare sul posto l’animale.
La scelta di questa palla era frutto dei concetti del tempo per cui leggera e veloce uguale tiro molto radente, con tale parametro in cima alla scala delle valutazioni; si conosceva decisamente meno quel poco di balistica terminale che appresso venne meglio illustrato dalle Case produttrici e dalla curiosità degli utilizzatori: un 140 gr era quasi scartato a priori perché si riteneva che con un simile peso la parabola risultasse troppo curva mancando il camoscio a quei fatidici 300 m, traguardo formidabile e tutt’oggi non disprezzabile. Pensiamo che il proiettile studiato apposta dalla Winchester, con quel peso e parte apicale posteriore decalibrata e rastremata sia ancor oggi un bell’esempio di balistica esterna e terminale.
Nell’attuale produzione abbiamo sperimentato con successo le Nosler Accubond® senza deflettere da quella massa che riteniamo inscindibile dal calibro: entrambi non rovinano le prede piccole e lavorano a dovere su quelle grosse.
Poi arrivò il 7 Rem. Mag. e la spallata per mettere in angolo un temibile concorrente fu assestata senza rimedio. Oramai è tardi per un ripescaggio con diffusione commerciale e questa bella cartuccia rimane come un ottimo esempio di balistica, ma confinata a livello amatoriale: pochissime le ditte che producono ancora la carica e fra queste la Remington con prezzi che risentono della scarsissima commercializzazione. Una bella ricarica con la citata Nosler Accubond da 140 gr e 60-62 gr di MRP possono sempre far divertire, con un fucile adeguato alla classe di un magnum di ottima valenza.
(Ricarica citata senza nostra responsabilità e garanzia)