Assolto per «la particolare tenuità del fatto». Si è così conclusa la vicenda giudiziaria che vedeva l’ex presidente dell’Associazione cacciatori del Trentino, Carlo Pezzato, nei guai con la giustizia per una sanzione venatoria rimasta ferma sulla sua scrivania per 52 giorni. L’avvocato Roberto Bertuol, ad inizio udienza, ha subito chiesto il proscioglimento per inoffensività e la sua richiesta è stata accolta tanto che i 12 testi che erano già stata convocati per testimoniare sono potuti tornare a casa.
È stata così messa la parola fine su una vicenda che dal punto di vista giudiziario era apparsa subito minimale ma che era rimbalzata sulle cronache semplicemente per la posizione dell’imputato che, a marzo dello scorso anno, aveva lasciato la guida del sodalizio per delle polemiche interne. La contestazione riguardava una sanzione che – secondo l’accusa – era stata ritardata per favorire un cacciatore. Questi era stato sorpreso da un guardiacaccia il 4 novembre del 2015 a praticare attività venatoria senza però aver forato il tesserino per segnalare l’uscita.
Una violazione amministrativa per la quale è prevista una sanzione di 102 euro. La pratica rimase nella disponibilità di Pezzato per 52 giorni. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe tardato nel trasmettere il procedimento alla Provincia – nonostante un sollecito venuto da una segretaria – per favorire il socio multato. Se anche ciò fosse avvenuto il giudice ha ritenuto la questione di tale tenuità che, applicando l’articolo 131 bis del codice penale, è esclusa la punibilità del soggetto. Già la Corte dei conti aveva escluso la colpa.