Sale la preoccupazione per la presenza sempre più massiccia del lupo sul territorio montebaldino, specialmente dopo l’ultima predazione – con l’uccisione di quattro pecore – avvenuta giovedì scorso in pieno giorno, vicino alle case e a poche centinaia di metri dalla chiesa parrocchiale di Spiazzi. Da una parte la politica locale si appella alla Regione per cercare di arginare il fenomeno, dall’altra la popolazione inizia a non sentirsi troppo tranquilla, con possibili risvolti negativi anche per il turismo, compreso quello religioso. Nel frattempo, però, proprio a Venezia si è riunito il tavolo regionale per la gestione del lupo con la presentazione degli ultimi dati sul progetto per il controllo del carnivoro. «Così non si può andare avanti», afferma contrariato Maurizio Castellani, presidente dell’Unione Montana Baldo Garda e sindaco di San Zeno di Montagna.
«Sebbene non sia possibile eliminare i lupi, è necessario contenerli, attraverso specifici piani di controllo da parte della Regione. Siamo consci che non si possa intervenire come con i cinghiali, ma da Venezia devono arrivare segnali forti e concreti», sostiene l’amministratore montebaldino. «Rifondere gli allevatori dei danni subiti non è sufficiente, così come inserire recinzioni. Non possiamo recintare tutto il Baldo. Servono azioni diverse in grado di eliminare il problema alla base, in modo da consentire alle aziende agricole di lavorare con un minimo di serenità e alla popolazione di stare tranquilla. Perché se è vero che il lupo non attacca le persone, non è nemmeno piacevole trovarselo vicino ai centri abitati. Il rischio rimane sempre». Anche il sindaco di Caprino Paola Arduini ammette come il problema esista.
«La gente ha paura. Il tema, importante e delicato, è sul tavolo di Provincia e Regione ed è innegabile che sia difficile da gestire ma bisogna agire». Anche Davide Mazzola, assessore comunale alla Sicurezza e al Turismo di Caprino non nasconde «che un po’ di apprensione c’è. Speriamo che questi episodi di avvicinamento del carnivoro ai paesi rimangano isolati. Tuttavia fanno riflettere, anche per un possibile effetto negativo sui turisti della zona, compreso il turismo religioso, in netta crescita sul territorio di Spiazzi e dintorni, specie quello verso la Madonna della Corona, con l’apertura dell’anno giubilare mariano, che consente di avere una stagione turistica lunga dodici mesi all’anno. Le istituzioni devono intervenire in modo concreto». Di diverso avviso invece è Sabrina Da Prati, presidente dell’associazione Monte Baldo Est dedita alla promozione del territorio.
«Siamo in montagna e la presenza della fauna selvatica è da mettere in conto», sottolinea. «Episodi come quelli della scorsa settimana possono capitare, anche se comprendiamo le difficoltà che possono riscontrare allevatori e aziende agricole colpite dalle aggressioni. Ma non credo ci possano essere ripercussioni negative dal punto di vista turistico, almeno al momento». Sul tema interviene anche Luigi Molinari, zoologo del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, all’interno del quale lavora anche come consulente del Wolf Apennine Center. L’esperto commenta in particolare il progressivo avvicinamento del lupo alle zone abitate del Baldo.
«Premesso che i lupi vivono ormai stabilmente anche nella Pianura Padana, a stretto contatto con le persone, l’avvicinamento alle case è dettato solo dalla presenza di cibo, dal bestiame fino agli scarti domestici. I lupi di base temono l’uomo, loro vero unico pericolo. Possono diventare potenzialmente pericolosi solo si li si rende meno paurosi, per esempio rendendogli disponibile del cibo. È necessario quindi evitare di dargli questa possibilità. Comprendo come per gli allevatori non sia semplice la gestione della situazione. Ma recinti metallici meccanici o elettrificati e la presenza di cani da guardiania possono arginare il problema, su cui», conferma Molinari, «è necessario intervengano anche le Regioni con fondi dedicati» (L’Arena).