Grazie all’attività di controllo contro la proliferazione della nutria, eseguita dai cacciatori coadiutori degli Atc, coordinati dalla Provincia, lo scorso anno, lungo gli argini dei corsi d’acqua, sono stati uccisi quasi 9mila nutrie. I numeri sono emersi in un incontro, che si è svolto nei giorni scorsi, tra il presidente della Provincia Gian Domenico Tomei e i presidenti dei tre Atc modenesi, Stefano Gasperi per l’Atc Mo 1 di pianura, Romano Canovi per l’Atc Mo 2 di collina e montagna e Flavia Landi per l’Atc Mo3 di alta montagna. «L’attività di tutela degli argini contro i danni provocati dalla fauna rappresenta una priorità assoluta – ha sottolineato Tomei – che è stata intensificata in questi ultimi anni nell’ambito del piano sulla sicurezza dei corsi d’acqua modenesi, avviato dall’alluvione del 2014.
Sulla base della legge regionale, approvata dall’Ispra, che prevede l’eradicazione della specie, abbiamo costituito un modello organizzativo, coordinato dalla Provincia, che coinvolge i cacciatori coadiutori che hanno un ruolo fondamentale con risultati positivi e numeri costanti in questi ultimi anni». L’incontro è stata l’occasione anche per fare il punto sull’attività più complessiva degli Atc per il controllo della fauna selvatica che, ha evidenziato Tomei, «assicura un corretto equilibrio faunistico anche a tutela di tutte le specie e dell’agricoltura», e delle problematiche aperte, tra cui spiccano le modalità sullo svolgimento dei piani di controllo delle volpi, sempre a tutela degli argini, e la proliferazione dei cinghiali.
Per tutte le attività di controllo sono impiegati oltre 1500 cacciatori che hanno partecipato ad un apposito corso di formazione, con il coordinamento della Polizia provinciale; un numero destinato ad aumentare con la programmazione di nuovi corsi richiesti dagli Atc, allo scopo di rispondere come maggiore efficacia alle crescenti richieste da parte delle aziende agricole e per proseguire nell’attività di tutela degli argini. Sempre lo scorso anno, nel solo Atc Mo 1 di pianura, oltre 300 coadiutori hanno risposto a circa 1600 richieste di intervento da parte delle aziende agricole, soprattutto per la presenza di storni e piccioni e per la tutela degli allevamenti ittici (LaPressa.it).