Una anagrafe unica informatizzata di tutti i cacciatori in Veneto e il controllo in tempo reale delle oltre 3mila richieste ricevute all’esercizio della mobilità venatoria. Sono i risultati presentati a Hit Show, a Vicenza, della prima stagione venatoria in Veneto in cui è stata possibile la mobilità dei cacciatori tra ambiti di caccia differenti. A partire dal 1° ottobre del 2019 la Regione Veneto ha dato la possibilità ai cacciatori di poter esercitare la caccia alla selvaggina migratoria in ambiti di caccia diversi da quello di iscrizione. Per gestire prenotazioni e autorizzazioni la Regione ha creato la prima banca dati regionale dei cacciatori e un portale online (www.movemose.it) attraverso il quale i cacciatori veneti hanno potuto accedere al regime della mobilità venatoria.
“Un’operazione di razionalizzazione e unificazione dei sette sistemi provinciali svolta a tempo di record – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura e alla caccia Giuseppe Pan, presentando i risultati al salone specializzato di Vicenza– che ci consente di identificare correttamente i quasi 40 mila possessori di tesserino venatorio attivi in Veneto e di gestire con rapidità ed efficienza le loro richieste attraverso il sistema informatico. Il tasso di soddisfazione degli utenti registrato in questa prima stagione di attività è più che confortante”.
Da ottobre ad oggi il sistema informatico della mobilità venatoria ha registrato 3.119 prenotazioni (su un totale di 39.224 iscritti), confermato 2.955 autorizzazioni alla mobilità, autorizzato 1.106 cacciatori alla pratica venatoria in ambiti diversi da quello di residenza. Risultano essere solo 31 i cacciatori che hanno usufruito di più di 10 giornate di mobilità venatoria. Molto modesto anche il ricorso al servizio di assistenza e prenotazione telefonica, con poco più di cento chiamate: segno che i cacciatori hanno confidenza con il web e le nuove tecnologie. Con il 55% delle richieste, sono i cacciatori degli ambiti di caccia vicentini quelli che hanno usufruito maggiormente di questo istituto. Gli ambiti di caccia di destinazione più richiesti sono quelli veronesi (in testa il Tartaro, Adige e Valli Grandi, insieme a Vicenza sud), seguiti dal Cittadellese.
“I dati confermano la buona gestione del nuovo regime e l’infondatezza dei tanti timori iniziali – conclude Pan – L’investimento effettuato per informatizzare il settore e creare la prima banca dati regionale agevolerà una gestione sempre più rapida e snella delle procedure, nel rispetto dei diritti reciproci degli appassionati dell’arte venatoria e dei residenti”.