L’emendamento presentato nelle ultime ore dal consigliere della Regione Veneto, Sergio Berlato, non ha convinto tutto il mondo venatorio. La proposta di mobilità per i cacciatori veneti, infatti, ha spinto la sezione regionale di Arci Caccia a pubblicare un comunicato per esprimere il sentimento di incredulità suscitato dalla notizia. Secondo il presidente Sergio Ezzelini Storti, la proposta è discriminatoria e mette a rischio la sicurezza degli stessi cacciatori, oltre alla gestione della fauna locale. L’associazione ha ricordato come da diversi anni sia in prima linea nel favorire un ragionamento serio e pacato sull’argomento della mobilità, in grado di non slegare il cacciatore “con il territorio in cui pratica la propria passione in continuità all’armonia con il mondo agricolo”.
Giusto dieci giorni fa Arci Caccia Veneto ha inviato una richiesta all’assessore regionale Pan per modificare il Piano Faunistico Venatorio inserendo proprio la mobilità. L’emendamento di Berlato viene definito sbagliato perché tende a mescolare argomenti troppo diversi tra loro e in modo propagandistico, vale a dire la mobilità dei cacciatori su tutto il territorio veneto e la scelta di caccia.
Ezzelini Storti ha anche rimarcato di non comprendere il motivo per cui sia stata prevista la caccia in forma vagante sul Comprensorio Alpino o ATC di iscrizione per chi pratica la caccia da appostamento fisso. La nota si conclude con un sospetto: “Non è che Berlato, nel ricopiare in chiave propagandistica e di tesseramento le proposte dell’ARCI Caccia, abbia saltato di trascriverne qualche pezzo? Se è così siamo disponibili, se richiesto, a dare una mano per una corretta formulazione della proposta, per il bene della caccia, dei cacciatori e del mondo agricolo.”