Abbiamo esaminato da poco la recente carabina Mauser M18 che ci è stata consegnata dal L. & O. Group con la dotazione di un cannocchiale Minox ZX 5 3-15×56. Lo storico marchio di ottica ha iniziato la sua avventura produttiva e commerciale a Riga, in Lettonia, quando la repubblica baltica, insieme a Estonia e Lituania, era già assorbita nell’orbita dell’Unione Sovietica, dopo la Rivoluzione d’Ottobre e la fine della I Guerra Mondiale. Gli accadimenti successivi alla II GM confermarono la permanenza di queste tre piccole, ma significative nazioni nell’orbita dell’URSS, ma nel 1988 proprio le tre Repubbliche Baltiche diedero il via allo sgretolamento dell’impero sovietico, svincolandosi di fatto dalla situazione pregressa: prime fra tutte e prodromiche all’ammainarsi, di lì a poco, della bandiera rossa sul pennone del Cremlino. L’anima del marchio Minox è Walter Zapp, nato a Riga il 4 settembre 1905 e scomparso in Svizzera il 17 luglio del 2003: una salute di ferro e un ingegno straordinario che mette mano agli studi della microcamera già nel ’22 terminandoli solo nel ’36. L’avvio alla vendita è del ’37 e dura fino al ’43.
Fortunatamente per la piccola azienda di apparecchi ottici la proprietà si trasferisce nella Germania Ovest dove prosegue l’attività già dal ‘48. Rimasta per parecchi anni nel settore delle microcamere, famosissime le Minox A e B dalla prodigiosa tecnologia miniaturizzata, seguite poi dalla Minox 35, antesignana dello scafo in Makrolon, polimero della Bayer. Il nuovo prodotto viene posto sul mercato per realizzare il classico formato 14×23 mm con un apparecchio ancora di misure tascabili e con un disegno altamente ergonomico.
L’evoluzione e il passo determinante
Si estende sempre più il piacere di osservare gli animali in natura e così Minox approda ai binocoli: tecnicamente interessanti, forse un po’ pesantini, ma con buone lenti, valida meccanica e, soprattutto, delle quotazioni assai favorevoli in rapporto alla resa. La caccia agli ungulati preme con le sue specifiche richieste e ai binocoli si aggiungono i lunghi e, per chiudere il cerchio ideale, ecco arrivare i cannocchiali da puntamento. Nel volgere di qualche anno alla rassegna dell’IWA di Norimberga lo stand della Casa tedesca si arricchisce di un numero sempre crescente di ottiche da mira con apparecchi prima del segmento base poi di quelli superiori che il mercato pone come riferimenti.
La cospicua proposta vede fasce differenziate e la L. & O. Group ci ha gentilmente assegnato in prova un modello di alto livello appartenente alla serie ZX 5 con i valori 3-15×56, un’ottica quindi adatta a ogni genere di caccia. Questa serie codifica nuovi standard in precisione, qualità e affidabilità. Un dato significativo, specie per chi porta gli occhiali, è rappresentato dal cosiddetto “extended eye relief” che è poi la misura intercorrente fra l’oculare e l’occhio, qui pari a 100 mm: dopo le prove confermiamo appieno questo vantaggio. L’ampiezza poi del campo visivo, maggiore rispetto a diversi concorrenti, aiuta notevolmente nel mantenere in mira un bersaglio in movimento così come l’assenza di aberrazioni, anche nel bordo dell’ottica, permette di tenere perfettamente sotto controllo tutto quel che avviene nell’immagine trasmessa dalle lenti.
Sul campo si sfrutta appieno il fattore 5 di ingrandimento per cui con il minimo di 3x si giostra ancora molto bene in un aspetto al cinghiale o comunque ad altro selvatico a cui si debba tirare alla corsa in un ambito ravvicinato di intervento. I valori intermedi si rivelano opportuni per tiri a fermo già a una certa distanza dove riveste un ruolo primario il facile inquadramento dell’obiettivo, senza quelle perniciose perdite di tempo cercando di far apparire l’animale nell’oculare, dove i troppi ingrandimenti creano un campo visivo ristretto, prima che decida di muoversi ponendosi fuori vista. Con il 15x si è decisamente favoriti nel tiro a lunga distanza: la corsa ai superiori ingrandimenti può concedere dei vantaggi, ma se non si è specialisti e ben allenati alla fin dei conti si rivela più di impiccio che di vantaggio. Molto opportuno quindi il valore scelto da Minox insieme all’obiettivo da 56 mm che assicura la massima luminosità percepibile dall’occhio umano nel pieno delle sue funzioni, quindi la possibilità di rilevare un selvatico in condizioni di luce scarsa: qui gioca un ruolo notevole la peculiarità di queste lenti nello stacco del soggetto da uno sfondo con cui si mimetizza.
Uno sguardo ai particolari
Detto dei valori in gioco osserviamo la realizzazione di questo cannocchiale: tubo da 30 mm lavorato da un estruso in ergal di particolare robustezza, grazie agli spessori adottati, con sedi delle torrette integrali, disegno appropriato delle curvature e campana anteriore di raccordo con la misura da 56 mm della lente obiettivo. Posteriormente troviamo una leggera strombatura a precedere la calettatura dell’anello godronato, rivestito in gomma, per la determinazione dell’ingrandimento: molto comodi gli intagli di presa e il rilievo di riferimento. L’oculare riporta le scritte con modello e valori, terminando con il bordo in gomma morbida per evitare contatti troppo vivaci con il sopracciglio: la rotazione di tale particolare consente la messa a fuoco in base alle diottrie personali. Passando ora alle torrette osserveremo come le due per la regolazione del tiro siano protette da cappellotti in sintetico con il corrugamento uguale a quello del variatore di ingrandimenti, ovviamente ridotto nelle dimensioni con apprezzabile finezza; il lungo passo a vite garantisce l’impermeabilità dei meccanismi interni.
Chiare le scritte di indicazione con D e U (Down e Up Basso e Alto) sulla torretta di elevazione e L e R (Left e Right Sinistra e Destra) per quella laterale; la ghiera con doppia zigrinatura consente di agire sensibilmente sugli scatti che valgono ¼ di MOA; i numeri riportati sono di riferimento scegliendo una data munizione e la vite centrale consente la messa a zero. La torretta di sinistra riporta due tamburi coassiali: in quello esterno si trova la sede della batteria per l’illuminazione del reticolo mentre sulla ghiera periferica i molti valori di intensità luminosa, nel tamburo interno si ha la correzione della parallasse che parte dai 70 m con progressione a crescere, assai opportuna specie con il valore massimo di ingrandimento. Tornando un attimo all’illuminazione segnaliamo come un interruttore automatico la spenga dopo un certo tempo di inattività oppure ponendo il fucile con una forte angolazione in verticale, in pratica quando lo si spalla con la cinghia. Completa la dotazione tecnica il riempimento del cannocchiale con gas nitrogeno a prevenzione di qualsiasi forma di ossidazione delle parti interne e contro l’appannamento.
Nelle prove si sono apprezzate tutte le qualità sopra descritte, compresa la visuale del reticolo, sottile e con piccolissimo punto centrale, che si rivela certamente ottima a caccia così come valida nella ricerca di stringere la rosata sul pancone di un poligono. Quanto alla precisione dei singoli scatti ci è parsa corretta nella misura, circa 7 mm a 100 m. e adeguata nella rispondenza, magari con un colpo di assestamento per battere esattamente il punto desiderato.
Considerazioni
Nell’ampia fioritura di ottiche da puntamento nate in questi ultimi anni la Minox trova senz’altro un suo specifico e notevole spazio: la storicità del marchio, le potenzialità della gestione odierna, la differenziazione dei prodotti e le quotazioni favorevoli in rapporto alla resa si rivelano fattori vincenti nella competizione commerciale.