In data odierna il Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali ha inviato una nota alle Associazioni venatorie nazionali riconosciute in merito alla conferma dei casi di PSA nelle popolazioni di cinghiali in regione Piemonte e per avanzare la richiesta di collaborazione dei cacciatori per fare fronte alla diffusione del virus. In particolare, il Ministero ha chiesto alle Associazioni di adoperarsi per sensibilizzare i cacciatori “sulla emergenza sanitaria in questione, sia in riferimento all’area infetta, sia nel resto del territorio italiano, raccomandando il rispetto scrupoloso delle misure di biosicurezza da tenersi in occasione dell’attività venatoria (es. smaltimento dei visceri, contaminazione ambientale, limitazione dell’uso dei cani), per il quale sarebbe opportuno intraprendere specifici percorsi formativi e informativi”.
Oltre a una corretta informazione, il Ministero ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento dei cacciatori nella ricerca di carcasse di cinghiale, e al supporto nella raccolta di dati ed informazioni relative ai cinghiali abbattuti nel corso dell’attività venatoria. Ribadendo la propria piena disponibilità a collaborare a ogni utile azione che verrà individuata e richiesta al fine di circoscrivere e debellare la malattia, Federcaccia ha risposto ricordando anche al Ministero che già dallo scorso anno e ancor più in questi giorni, ha intrapreso una capillare opera di sensibilizzazione dei cacciatori su tutto il territorio nazionale divulgando sia il materiale messo a disposizione dal Ministero della Salute che elaborati del proprio Ufficio Studi e Ricerche.
Il presidente Buconi ha però sottolineato come la sola sensibilizzazione del mondo venatorio sul tema non sia sufficiente a garantire un’efficace azione di contrasto al fenomeno della PSA, richiedendo che le autorità preposte (MIPAAF, Ministero della salute, Regioni, Asl) coinvolgano al più presto il mondo venatorio avanzando precise richieste e coordinando un impiego operativo che serva concretamente da argine alla diffusione del virus per una veloce uscita dallo stato di emergenza e un ritorno alla normalità attività nelle zone interessate dai provvedimenti di queste ultime ore.