Bella, dolce e colorata stagione, l’autunno di caccia è tutto dedicato al cacciatore migratorista che conosce le proprie prede e le sue abitudini.
L’autunno è una stagione meravigliosa. La terra offre cibi gustosi che l’uomo ha imparato a confezionare e conservare a dovere, tanto per gustarne durante tutto l’anno. E’ appunto questo il periodo nel quale il cacciatore, a tempo perso, va non già a caccia di selvatici quanto piuttosto di funghi e castagne, ed il momento ideale per la raccolta delle olive da confettare. Ma è anche e soprattutto la stagione degli uccelli migratori, che fanno quello che vorremmo far tutti: si dirigono verso sud, verso le zone soleggiate e tiepide del mondo.
Che si sia un cacciatore amante della migratoria o stanzialista, il fascino di questo periodo è indiscutibile ed un tempo tra ottobre e novembre si mettevano in mostra tutte le meraviglie che si erano create durante l’anno. Richiami meccanici da intrecciare, capanni per l’appostamento, giochi e volantini venivano posizionati proprio in questo periodo, e il cacciatore, che era prima ancora artigiano e grande conoscitore delle abitudini di questi volatili, proprio in autunno, durante le giornate di caccia, dava il meglio di sé. Oggi è tutto più semplice, i richiami si comprano, e i capanni si montano prefabbricati, e forse per questo il fascino del periodo in parte scema. Eppure la suggestione autunnale rimane visto che, pur cambiando i tempi e le filosofie comportamentali dei cacciatori, i volatili non cambiano le proprie abitudini. E il cacciatore oggi come ieri, immerso nei boschi, diventa tutt’uno con la natura.
La caccia più gettonata dell’autunno è forse quella ai turdidi: il bottaccio ed il sassello. E gli olivi, essendo dimore predilette di questi due meravigliosi volatili, durante questo periodo vengono tenuti sott’occhio anche dai cacciatori che prima della caccia studiano gli spostamenti degli uccelli che passano dai boschi alle distese di uliveti. Solo a questo punto posizionano i propri appostamenti, nel luogo che ritengono più congeniale alla caccia e cercano di mimetizzarsi, confondendosi con la natura. E’ un’attenzione necessaria, i tordi d’altronde lo sappiamo sono dotati di una vista miracolosa e non si lasciano ingannare facilmente. L’inizio della giornata di caccia non è mai troppo semplice: è ancora buoi e piazzare buoni colpi è difficoltoso, ma i problemi si superano durante la mattina, quando, se fortunati, il tragitto fra bosco e ulivi sarà un via vai di volatili. Anche il tramonto è un momento niente male durante il quale dedicarsi alla caccia dei tordi, di rientro verso il bosco. Niente di rado che si incontri fra l’andirivieni dei tordi qualche merlo, che a causa del suo volo basso, ha creato non pochi problemi ai cacciatori da capanno. L’autunno è anche il periodo della caccia alle allodole e colombacci.
Le prime sono di norma cacciate in pianura o negli altopiani, male andando nelle pianure. Quel che conta è che durante le giornate di inizio del passo si possono ammirare meravigliosi branchi di allodole in volo. Anche in questo caso la maggioranza dei cacciatori predilige allestire un apposito appostamento e utilizzare richiami, siano essi vivi o meccanici. Anche la presenza di qualche gioco è indispensabile. Quel che non è indispensabile è la levataccia: l’allodola infatti non è volatile mattutino, ma regala la possibilità al cacciatore, di cimentarsi nell’esperienza venatoria per tutta la mattina. Richiede una certa preparazione anche la caccia al colombaccio: appostamento e richiami vivi richiederanno un impegno notevole fin dall’alba, ma poi, alle prime luci del mattino, arriveranno le soddisfazioni direttamente dal cielo, in compagnia dei colombacci. E la preparazione è tanto importante che spesso non importa quanti uccelli si riescono a catturare, quel che conta per davvero è la capacità del cacciatore di saperli far avvicinare. Il colombaccio infatti non è solamente un volatile particolarmente intelligente ed attento, ma anche molto diffidente. Ciò rende ancor più stimolante la vita del cacciatore migratorista, che potrà, nel caso di annate poco soddisfacenti, confidare sempre nelle prossime stagioni.