Il problema, secondo la Brambilla, è che le nuove linee guida ministeriali smentiscono quelle in vigore fin dal 2010, secondo le quali: “Non è sindacabile né attestabile da un medico la scelta etica e culturale vegana o vegetariana di una persona, di una famiglia, così come le scelte alimentari religiose, non trattandosi di una malattia”. Insomma il cambio di linea del dicastero di Lungotevere Ripa non è andato giù alla fedelissima berlusconiana: a suo dire addirittura scoraggerebbe chi sceglie di non mangiare carne.
“Organismi internazionali come IPCC, FAO e OMS affermano da tempo che il contrasto ai cambiamenti climatici si realizza anche sulle nostre tavole – dove può fare la differenza la preferenza bilanciata per gli alimenti vegetali, meno impattanti e più salutari – ed hanno più volte ribadito la validità e l’adeguatezza in tutti gli stadi del ciclo vitale delle scelte alimentari che prevedono riduzione o esclusione dei prodotti di origine animale” (Giornale di Lecco).