Più di dieci anni di attesa per arrivare a tre condanne, oltre a prescrizioni e assoluzioni. Si tratta del bilancio finale dell’inchiesta condotta dal Tribunale di Trani per accertare il comportamento di alcune guardie venatorie volontarie del WWF nel corso delle perquisizioni nei confronti dei cacciatori. I controlli erano avvenuti nella zona Nord di Bari e la contestazione era quella di metodi poco “ortodossi” per quel che riguarda questi accertamenti.
Gli imputati erano otto, accusati a vario titolo di violenza privata continuata aggravata, omicidio colposo con morte come conseguenza di altro delitto, falso ideologico e materiale, abuso d’ufficio, calunnia e lesioni aggravate. Il periodo preso in esame, invece, va dal 2003 al 2007. Un agente del Corpo Forestale è stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione con cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.
Due anni e mezzo sono stati inflitti a due guardie venatorie volontarie con l’accusa di falsità ideologica. Altre contestazioni sono cadute in prescrizione, mentre c’è stata l’assoluzione per i presunti verbali falsificati dopo il decesso per infarto di un cacciatore 82enne. La Procura di Trani aveva parlato di intenti chiaramente persecutori nei riguardi dei cacciatori, al punto da “incastrarli” con qualsiasi mezzo.