La particolare chiusura per fucili basculanti inventata da Franz Jäger di Suhl agli inizi del ‘900 non ha avuto subito un bel successo, ma lo ha colto negli ultimi anni del XX secolo mantenendolo tuttora con ampia fortuna. Gli astrologi direbbero che si sia presentata una favorevolissima congiunzione astrale, da parte nostra ci fermiamo a considerare come i nuovi desideri di molti cacciatori, soprattutto di montagna, siano indirizzati a fucili sempre più leggeri, dotati di una precisione notevole esaltata da ottiche adeguate. In parallelo le Case produttrici sono riuscite a ottimizzare l’impianto offrendo esattamente quel che la clientela stava cercando.
A completare il trigono astrale anche la quotazione: il costo di un kipplauf tradizionale sarebbe oggi troppo elevato per una massiccia diffusione mentre quello sulla base attuale vede una spesa contenuta, se ci si focalizza sui modelli con abbellimenti limitati. La solidità della struttura non cambia e questo è il punto importante. Oltre alla leggerezza troviamo ancora un fattore di gran comodità: la scomposizione in due parti (calcio/bascula e gruppo canna/astina) di limitate dimensioni consente lo stivaggio nello zaino per i percorsi di avvicinamento.
L’impostazione meccanica
La genialità del progetto sta nel poter produrre le varie parti su macchine CNC o comunque senza interventi manuali: questo garantisce componenti uguali e sostituibili senza aggiustaggi insieme a una limitazione dei costi, una volta ammortizzata l’impostazione operativa. Tale fattore ha permesso giusti e lauti guadagni o, a scelta del costruttore, un ingresso sul mercato a quotazioni invitanti. Si ricava la bascula da un prisma di Ergal con funzione di contenitore delle parti mobili fra cui il particolare in evidenza è il tassello a L pivotante in acciaio temperato e cromato, dotato di un incavo posteriore: la spinta di una robusta molla a lamina posta sul fondo lo mantiene contro a un perno incassato ortogonalmente tra i fianchi della bascula. Nel dorso del blocchetto sono ricavati una mortisa e un minuscolo risalto: un tassello mosso dalla chiave lavora su entrambi fungendo da chiusura dell’arma e da fermo del blocchetto stesso. Il braccio verticale della L, che occlude la camera di cartuccia, contiene il percussore spinottato e presenta il profilo superiore a semicerchio. Nel braccio orizzontale appare un foro quadro che integra la tenuta sollevando dallo sforzo il perno di rotazione, ricavato in acciaio e poi cementato con fissaggio tramite due viti contrapposte.
Il monoblocco e la canna
Il lungo monoblocco lavorato di fresa da un massello in acciaio funge da supporto alla canna, inserita a caldo, e offre le basi specifiche per l’attacco dell’ottica; inoltre integra i particolari osservati nel pezzo a L appena descritto. Superiormente la sporgenza posteriore presenta una tasca in cui si inserisce l’arrotondamento del blocchetto pivotante, inferiormente sporgono due tenoni di cui il primo si aggancia al perno assicurando la rotazione della canna mentre il secondo, tozzo e a sezione quadra, si posiziona nel foro di analoga sezione ricavato nel braccio orizzontale del blocchetto contrastando la spinta in avanti sotto sparo.
Il punto più critico è senz’altro quello superiore dove la pressione di cartucce esuberanti potrebbe creare gioco: tale evenienza si evidenzierebbe dall’inopinato abbassamento del punto battuto. Pare sia stato questo il fattore che alle origini del ritrovato lo abbia messo in ombra: la precisione delle lavorazioni e soprattutto gli acciai e i trattamenti termochimici attuali hanno consentito il successo degli ultimi anni. Osserviamo ancora sul fianco sinistro del monoblocco la sede dove scorre il gambo dell’estrattore, mosso in apertura dal contrasto con un piolo inserito dietro al giro di cerniera: il robusto blocchetto di presa lavora a perfezione grazie alla scelta di una cartuccia a collarino.
Ancora da notare la chiave di apertura a perno integrale per cui è previsto un comodo sforzo decrescente: una pressione in più oltre il punto massimo consente di sfilare dalla propria sede il blocchetto interno. Dietro alla chiave, posta nella codetta superiore di bascula, si trova la slitta per l’armamento della batteria: nella posizione in avanti si è pronti a far fuoco mentre, volendo rinviare il tiro, con un’altra leggera pressione in avanti si sblocca il meccanismo ridistendendo la molla della massa battente; stesso effetto se si aziona la chiave di apertura.
La canna con sezione tonda e conicità appena accennata è lunga 60 cm con sei rigature destrorse ricavate per rotomartellatura: la qualità del lavoro viene evidenziata dalle ottime prestazioni di tiro. Già abbiamo citato le basi per l’attacco a pivot del cannocchiale: la scelta è caduta su un Nikon Monarch 3 con valori 3-16×50, dotato del reticolo BDC per la compensazione della caduta della palla, specifico, come segnala la Casa, per il tiro di caccia a lunga distanza. Come in ogni fucile da caccia tedesco sono presenti le mire metalliche poste su zoccolini sopraelevati con la tacca a visuale quadra, regolabile in deriva sulla base a coda di rondine, a cui si somma il mirino prismatico fisso. A metà circa della canna è calzato l’anello con la maglietta portacinghia del tipo a perno riportato: impianto robusto e affidabile.
La calciatura
Il modello in esame rappresenta il primo prezzo della Casa in questo specifico settore: non di meno il noce impiegato mostra innanzitutto una compattezza apprezzabile e poi una venatura correttamente disposta in senso longitudinale. La linea è classica con appoggia guancia di gradevole disegno, impugnatura a pistola ben arcuata e con la coccia inclinata, specchi di testa con un ricercato profilo di giunzione alla bascula. L’asse è piuttosto diritto così da favorire il mantenimento della visuale del bersaglio allo sparo. Il calciolo in spessa gomma morbida nera offre un buon appoggio a terra e attutisce di molto la sensazione di rinculo, piuttosto brillante considerando il calibro adottato e il peso ridotto dell’insieme. L’asta di sezione prismatica consente una presa adeguata alla mano debole in un eventuale tiro alla corsa e parimenti uno stabile appoggio per quello mirato. Comodo lo sgancio affidato a un grosso pulsante nero posto sul davanti nel moderato ingrossamento dell’immancabile schnabel.
Considerazioni finali
Il proprietario ha scelto di abbinare al kipplauf una cartuccia adeguata alla gran parte della selvaggina europea scegliendola giustamente fra quelle a collarino per la loro specifica funzionalità con l’estrattore di un basculante. La .30R Blaser è una commistione fra la misura prettamente anglosassone, anzi proprio statunitense, e il bossolo tutto tedesco. Ne parliamo a parte anticipando come dal capriolo al cervo non abbia mai dato problemi: con le cartucce RWS Evolution Power Bonded da 11,9 g (184 gr) non si rovina la spoglia del capriolo, si ha una buona radenza per i tiri lunghi al camoscio e poi muflone o cinghiale, daino o cervo non si è mai in carenza di energia e potere lesivo. Un abbinamento insolito quindi, ma di indubbia efficacia.
Scheda tecnica
Costruttore: Suhler Jagd und Sportwaffen GmbH, Schützenstrasse 26, D – 98527 Suhl (Germania) – tel. +49.36818540 – fax +493681854201 – www.merkel-die-jagd.de
Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (BZ) – tel. 0471/803000 – fax. 0471/810899 –www.bignami.it – [email protected]
Modello: K1
Tipo: fucile monocolpo a canna rigata
Funzionamento: basculaggio della canna
Percussione: armamento della batteria con tasto esterno
Estrattore: a unghia di ampio sviluppo mosso dall’apertura della canna
Estrazione: manuale
Canna: in acciaio al carbonio – lunghezza 60 cm – 6 righe destrorse – intercambiabile per gruppi di calibri
Scatto: diretto con grilletto singolo – regolabile su tre valori di peso (ca. 500/800/1050 g)
Sicura: automatica grazie al sistema di armamento manuale della batteria
Mire: tacca di mira a U regolabile in deriva – mirino prismatico fisso
Calciatura: in due parti in legno di noce con zigrinatura a passo medio, calciolo in gomma morbida – magliette fisse a perno riportato
Calibro: .30R Blaser
Materiali: Ergal per la bascula – acciaio per canna e impianto di chiusura – legno di noce per calciatura
Peso: 3.050 g circa
Finiture: bascula con leggere incisioni e superficie chiara opacizzata – brunitura per canna e accessori