Il regolamento a cui dovranno riferirsi i partecipanti è quello consueto dell’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana). La selvaggina valida è rappresentata ovviamente dalle quaglie il cui comportamento, sia sul campo di gara che in volo, sia idoneo a valutare il lavoro dei cani da ferma. Tra l’altro, i giudici possono ordinare e controllare l’immissione delle stesse quaglie sul terreno, avendo cura che ogni concorrente sia trattato alla stessa maniera e che la selvaggina sia distribuita in maniera uniforme e ottimale su tutto il campo utile.
I terreni ideali sono quelli pianeggianti oppure solo lievemente ondulati, con una configurazione adatta al regolare svolgimento della prova: le dimensioni minime sono pari a 15 ettari e non devono esserci ostacoli intermedi. Di norma i cani da ferma concorrono in coppia e il loto turno dura dieci minuti. Una volta completato questo turno, poi, non ci saranno altri richiami dell’animale se non avrà incontrato e fermato neanche una delle quaglie deposte sul terreno.
Alle razze Inglesi viene richiesta una andatura veloce e sostenuta, mentre la cerca deve essere aperta ai lati e di giusta profondità, oltre che ordinata e capace di garantire una efficace esplorazione del terreno. I richiami del conduttore sono fondamentali in ogni momento e il cane dovrà rispondere in maniera pronta. I giudici valuteranno la perfetta dimostrazione di correttezza al frullo e allo sparo (eseguito sempre dal conduttore). Per quel che riguarda, invece, la guidata oppure l’accostata all’animale selvatico, il conduttore dovrà evitare in tutti i modi di intervenire direttamente sul cane, il quale dovrà portarsi sulla quaglia speditamente. Alle razze Continentali, infine, viene richiesta una andatura spedita, in stile di razza e di profondità contenuta.