Abilitazione alla caccia
Il 10 ottobre scorso, presso l’ATC Macerata 2, si è tenuto il primo corso in Regione Marche per l’abilitazione al prelievo della moretta (Aythya fuligula); la docenza è stata affidata al Prof. Andrea Brusaferro dell’Università di Camerino, e sono stati 19 i cacciatori abilitati. A questo primo corso seguiranno quelli organizzati dagli altri ambiti territoriali di caccia della Regione Marche, sulla base di una delibera di Giunta Regionale, resasi necessaria al fine di adempiere al parere reso dal Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale che, ponendo in evidenza la possibile confusione con la moretta tabaccata (Aythya nyroca), aveva subordinato il parere positivo all’organizzazione di corsi di formazione per i cacciatori che si dedicano alla specie.
Una gestione corretta
Questo parere è del resto in linea con quanto previsto dalla Guida alla Disciplina della Caccia UE, che ai paragrafi 2.6.10 e 2.6.13, nei quali viene affrontato il problema delle specie simili, e dove si indicano proprio i corsi per i cacciatori quale soluzione al problema. Federcaccia Nazionale, l’Ufficio Studi e Ricerche e Federcaccia Marche ringraziano la Regione Marche e gli Ambiti Territoriali di Caccia per aver accolto la proposta tesa a mantenere la moretta come specie cacciabile, attraverso una gestione corretta, supportata da motivazioni tecnico-scientifiche.
Un idoneo habitat
Questo corso, importante per la gestione sostenibile della specie, permette ai partecipanti abilitati di effettuare il prelievo, in modo regolamentato e consapevole, considerando che buona parte dello stesso è incentrata sulle differenti caratteristiche che contraddistinguono la moretta dalla moretta tabaccata. Un risultato non di poco conto se si pensa ai cacciatori specialisti di specie acquatiche, che contribuiscono con lavoro e passione ad offrire idoneo habitat per la sosta dei migratori acquatici cacciabili, ma anche una grande varietà di quelli non cacciabili, sia in periodo di caccia aperta, sia quando la stagione venatoria è chiusa, incrementando il valore biologico del territorio marchigiano e la sua ricchezza in biodiversità (Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro-ambientali FIdC).