“Chiederemo inoltre – proseguono Marchetti e Caparvi – che venga consentita, nelle regioni in fascia arancione, la possibilità per le squadre di caccia al cinghiale di praticare l’attività venatoria anche al di fuori del comune di residenza. Questa specie causa numerosi danni all’agricoltura e spesso rappresenta un pericolo anche per gli automobilisti, vittime di incidenti, anche mortali. Autorizzare battute di caccia al cinghiale fuori comune consentirebbe pertanto il contenimento di una specie che rappresenta una reale minaccia per i raccolti e per la pubblica sicurezza”.
Quanto ai rimborsi, spiegano Marchetti e Caparvi: “I cacciatori hanno pagato una tassa statale a inizio stagione ed è inaccettabile che non possano praticare l’attività, all’aria aperta e lontano da ogni possibilità di contagio, all’interno di tutto il territorio del proprio ATC – hanno concluso i leghisti -. Il Governo dia prova di buonsenso e quantomeno risarcisca i cacciatori garantendo una riduzione del contributo statale per il prossimo anno”.