Arci Caccia Marche ha scritto una lunga lettera all’Assessore Carloni confermando la propria disponibilità, e quella dei propri soci, a partecipare attivamente alle operazioni preventive di contrasto della PSA. Al contempo ha chiesto il coinvolgimento della più ampia platea di cacciatori possibile e l’utilizzo del contenimento in braccata.
Ecco il testo nel dettaglio: “Ringraziamo anzitutto la Regione Marche per l’impegno dimostrato nel contrastare la diffusione della peste suina africana. Riteniamo utile il depopolamento del cinghiale attraverso l’adozione di un piano di controllo ad hoc con l’obiettivo di ridurre la possibilità di arrivo e quindi di diffusione della PSA nella nostra regione e in quelle limitrofe. Chiediamo che in detto piano vi sia la possibilità di coinvolgere nel controllo numerico del cinghiale quanti più operatori volontari possibili (cacciatori iscritti ai PDA, cacciatori formati, selecacciatori, guardie volontarie etc.).
Chiediamo che si preveda la possibilità di utilizzare in maniera laica e senza pregiudizi, con l’obiettivo di massimizzare quanto più possibile il prelievo del cinghiale ogni tecnica (braccata, girata e selezione) in ogni territorio regionale senza distinzione. Per quel che riguarda la braccata, sicuramente la tecnica più efficiente nel depopolamento del cinghiale, si chiede che venga autorizzata fin quando non riscontrano casi di PSA a una distanza tale, rispetto all’area di intervento, da costituire rischi di diffusione dell’infezione (il presidente di Arci Caccia Marche, Gabriele Sperandio)”.