Il riferimento a FIDC
Riportiamo di seguito il comunicato congiunto delle sezioni regionali delle Marche dell’Arci Caccia, Libera Caccia, Ente Produttori Selvaggina ed Enalcaccia alla Regione: “Le scriventi associazioni venatorie formulano la seguente osservazione congiunta: totale NON condivisione e NON accettazione in merito allo Statuto unico degli ATC. La richiesta alla Regione di uno statuto per tutti gli ATC risale già alla passata legislatura ed è stata fatta sempre e solo da Federcaccia, l’associazione maggioritaria per iscritti. Tale proposta conteneva tra l’altro l’inaccettabile previsione che nell’assemblea degli ATC le tre componenti, previste come obbligatorie dalla legge 157/92, votassero in modo disgiunto, categoria per categoria, e quindi l’assemblea non fosse più un organismo unitario, ma tre organismi distinti”.
Il precedente documento
“Con questo esecrabile sistema le due organizzazioni più grandi (FIDC tra le venatorie e Coldiretti tra le agricole) avrebbero avuto sempre la possibilità di prendersi tutti i componenti (cacciatori e agricoltori) nei comitati di gestione degli ATC. La precedente amministrazione regionale davanti alle proteste fortissime delle scriventi associazioni ha accantonato la sua proposta: l’amministrazione attuale ha invece elaborato la nuova proposta di statuto unico, quella di cui in oggetto e di cui si discute. Il nuovo documento, pur già tecnicamente censurabile per molte ragioni minori, non contiene la previsione dello spacchettamento dell’assemblea degli ATC in sede di votazione, ma ci siamo dovuti amaramente ricedere quando all’articolo 21 abbiamo letto testualmente: “Le modifiche possono essere fatte dagli ATC con maggioranza qualificata di 2/3 degli aventi diritto al voto dell’assemblea”.
Totale inutilità
“Ebbene ci siamo sentiti presti in giro in quanto ciò che sembrava uscito dalla porta lo hanno fatto rientrare dalla finestra. D’altronde, gli ATC sono organismi privati che svolgono funzioni pubbliche nella gestione della fauna selvatica. Dal che la totale inutilità di uno statuto unico regionale. Peggio, se venisse effettivamente alla luce sarebbe solo fonte di contenziosi, liti, divisioni con ulteriore pregiudizio di qualsiasi gestione del territorio. Si chiede quindi la totale bocciatura della deliberazione con la remissione della stessa alla Giunta Regionale”.