La caccia è tradizione, storia del nostro territorio e appartiene da sempre al nostro retaggio culturale. Non posso che plaudere alla risposta prodotta dagli amici cacciatori e promotori dell’iniziativa Luca, Stefano e Nicoló, che si sono liberamente associati per replicare, chiaramente indignati per quanto accaduto. Il manifesto oltretutto dimostra, ancora una volta, come certe accuse di violenza, che vengono regolarmente recapitate al mondo venatorio, non vi appartengano minimamente. Da una parte le associazioni animaliste attaccano a testa bassa paragonando i cacciatori agli assassini; i cacciatori replicano diminuendo i toni, invitando al dialogo e al confronto. “Non odiare ciò che non conosci” è uno slogan perfetto.
I cacciatori svolgono da sempre un’attività a favore dell’ambiente, delle zone boschive e della loro conservazione, contribuendo a mantenere intatto l’ecosistema, a tutto vantaggio della flora e della fauna. Questo è l’aspetto che le associazioni che combattono le pratiche venatorie cercano in tutti i modi di nascondere. È più facile per loro diffondere immagini dal forte impatto visivo come le mani grondanti sangue. Da troppo tempo infatti le offese e a volte, ahimè, anche le aggressioni, sono diventate piuttosto comuni ai danni dei cacciatori.
Il confronto e la presentazione di opinioni e posizioni diverse dalla narrazione animalista “da salotto” è spesso causa di insulti e minacce. Non posso quindi che esprimere tutta la mia solidarietà ai cacciatori e plaudere all’iniziativa mediatica che hanno deciso di intraprendere: informare sul valore della caccia e della sua conservazione è importantissimo. Personalmente continuerò ad impegnarmi a favore della tutela di questa importantissima tradizione del nostro territorio, contro ogni ingiustificato attacco”.