C’è stato un forte impegno per combattere l’uccisione illegale di uccelli e ci sono stati notevoli miglioramenti in molti paesi europei. Per FACE, l’uccisione illegale non è solo un problema di conservazione, ma danneggia la reputazione di una caccia sostenibile. Ecco perché promuoviamo la tolleranza zero in linea con la posizione delle istituzioni dell’UE e di vari accordi internazionali. Le Associazioni appartenenti a FACE in Italia hanno partecipato attivamente a un programma per fermare l’uccisione illegale di animali selvatici nel paese. L’Italia è attualmente l’unico Stato membro dell’UE con un Piano d’Azione contro l’uccisione illegale di uccelli e fauna selvatica.
Il Piano è operativo da oltre quattro anni e tutte le Associazioni venatorie italiane sono attivamente coinvolte nella sua attuazione. Insieme, queste Associazioni sono rappresentate nel Comitato Direttivo del Ministero per la Transizione Ecologica. Il Piano in corso prevede una serie di azioni e obiettivi per contrastare il bracconaggio nel Paese, in particolare nelle sette aree identificate come “black spot”. I quattro principali obiettivi del piano d’azione sono:
- Potenziamento delle forze di polizia ambientale. Questa forza comprende circa 9.000 guardie professionali e 4.000 volontarie provenienti dal personale delle associazioni di cacciatori. I bracconieri che utilizzano esche avvelenate sono da tempo un problema in Italia, per questo sono state rafforzate le Unità Cinofile Anti-veleno ed è stato istituito un Portale Nazionale Online contro l’Avvelenamento Animale. Questo servizio fornisce mappe accurate della situazione in tutto il paese.
- Iniziative tese a rendere più efficaci le attività degli Organi preposti alla vigilanza e al contrasto. Sul fronte giuridico è stata proposta una modifica alle Legge n. 157/1992 per rendere ancora più efficace l’attività di vigilanza e controllo.
Prevenzione degli atti di bracconaggio attraverso campagne di sensibilizzazione e di informazione sui mass media e nelle scuole, nell’intento di agire sulle cause originarie degli illeciti. In questo settore le Associazioni dei cacciatori sono molto attive per prevenire il danno faunistico e sociale prodotto dai bracconieri. Infatti, i bracconieri operano generalmente per fini di commercio, usano mezzi vietati, agiscono in periodi di divieto di caccia e spesso all’interno di territori protetti (parchi, riserve, oasi, zone di ripopolamento). - Monitoraggio dell’attuazione dell’Action Plan, attraverso la raccolta di dati e la redazione di Report annuali per descrivere il trend delle attività illecite e valutare l’efficacia delle azioni di contrasto messe in atto.
Un altro elemento del piano incoraggia misure per prevenire e compensare i danni della fauna selvatica alla produzione agricola. Questo per prevenire le azioni illegali di “autodifesa” per contrastare i danni. Per raggiungere questo obiettivo, si evidenzia che l’Italia impiega decine di migliaia di cacciatori volontari. Sia nelle aree protette, sia in quelle regolari, questi cacciatori svolgono un ruolo fondamentale nel controllo di specie problematiche come cinghiali, nutrie, corvidi, volpi e molti altri. La corretta formazione dei nuovi cacciatori e i corsi di aggiornamento per cacciatori esperti sono fondamentali per raggiungere questi obiettivi, ad esempio per renderli maggiormente consapevoli dei danni causati dal bracconaggio e favorire un’efficace prevenzione sociale. Questi corsi sono ampiamente svolti da tutte le associazioni di caccia in Italia.
Da segnalare, infine, la partecipazione della Federazione Italiana della Caccia (FIDC) a due progetti di conservazione della biodiversità che prevedono specifiche campagne contro l’uccisione illegale di fauna selvatica. Il progetto LIFE PERDIX “Reintroduzione della starna italiana in Italia” e il progetto LIFE + “Ragione di speranza: reintroduzione dell’Ibis eremita settentrionale in Europa“. Ad esempio, un esemplare di Ibis eremita è arrivato nel Delta del Po nell’ottobre 2020 ed è partito nel febbraio 2021, durante questo periodo è stato costantemente monitorato dalle guardie FIDC e dai cacciatori volontari. Nonostante questo non sia sempre riconosciuto, le Associazioni di cacciatori in Italia portano avanti da molti anni una costante e intensa campagna per prevenire e combattere il bracconaggio della fauna selvatica, e molte altre sono in preparazione.