I cacciatori aderenti al Circolo CPA puntano l’indice sugli ambientalisti per le condizioni di degrado dell’Oasi lago Salso
I cacciatori soci del circolo CPA di Manfredonia accusano gli ambientalisti del degrado ambientale in cui versano le paludi sipontine. Il presidente provinciale del circolo venatorio afferma: ‘Oggi l’Oasi lago Salso – afferma Trotta – è in uno stato pietoso, completamente circondata dalle canne, la valle alta è priva di acqua, non ci sono anatre ma vanno aumentando i cosiddetti uccelli neri come le cornacchie, le gazze e i gabbiani.
Questa zona umida da quando è entrata a far parte del Parco Nazionale del Gargano e da quando è gestita da associazioni ambientaliste non è più quella di una volta. Solo fino al 1992 quando erano i cacciatori a frequaentarla era davvero un paradiso naturalistico’.
Gli aderenti del CPA polemizzano anche sui vari progetti di conservazione faunistica in atto nell’Oasi Lago Salso e chiedono maggiori controlli da parte dell’assessore all’Agricoltura della Provincia di Foggia, il commissario del Parco Nazionale del Gargano e l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, al fine di verificare la validità dei progetti, partendo da quello inerente i falchi grillai ed a quello del gobbo rugginoso.
Il Presidente del CPA Matteo Trotta, infatti, afferma: ‘Quello dei grillai è un progetto di reintroduzione? E’ stato chiesto il parere dell’INFS? Al momento della liberazione i falchi sono stati inanellati e magari dotati di radiotrasmittenti? Nutriamo molti dubbi, e poi come mai vengono destinate tante risorse umane e finanziarie per una specie di rapaci che da diversi anni è presesente solo come nidificante e le colonie sono sempre più numerose? La seconda considerazione – prosegue Trotta – riguarda il gobbo rugginoso, il cui costosissimo progetto di reintroduzione è fallito a causa di un’epidemia’.