I cacciatori di Malta avranno la possibilità di cacciare 5mila tortore nel periodo primaverile nonostante l’International Union for Conservation of Nature (IUCN) abbia inserito di recente il volatile tra le specie a rischio. L’isola rappresenta l’unico stato membro dell’Unione Europea che permette il prelievo venatorio in primavera: il governo de La Valletta si è detto pronto a minimizzare l’impatto di queste misure sulla popolazione degli uccelli, tenendo anche conto del fatto che inizialmente si era parlato di 11mila tortore da abbattere, dunque il numero è calato sensibilmente. Gli ambientalisti non hanno preso affatto bene la decisione. In particolare, Birdlife Malta ritiene che non vi siano le risorse e nemmeno la volontà di mantenere i limiti venatori appena ricordati.
La popolazione di tortore è crollata di circa un terzo in tutta Europa nel corso degli ultimi sedici anni. I cacciatori maltesi possono beneficiare di alcune deroghe alla Direttiva Comunitaria “Uccelli”, di conseguenza si possono cacciare questi volatili e le quaglie anche al termine dell’inverno. In base a una sentenza della Corte di Giustizia Europea, queste deroghe sono state concesse a patto che il totale di tortore nell’isola del Mediterraneo rimanga a livelli favorevoli e accettabili.
Chi è contrario alla caccia primaverile sta puntando sul fatto che i livelli attuali non siano affatto incoraggianti, anche se bisogna attendere dati scientifici per parlare in tal senso. Proprio nel 2015 i maltesi hanno rigettato il divieto di prelievo venatorio in primavera tramite un referendum: il 50,4% di chi ha votato si è espresso in favore della continuazione, poi lo scorso autunno c’è stato l’inserimento delle tortore nella cosiddetta “lista rossa”. Tra le misure decise dal governo locale per regolare la caccia, comunque, figurano la riduzione dei mesi della stagione autunnale (cinque per la precisione e fino al 30 settembre): tra l’altro, Malta è il luogo scelto dalle tortore per cominciare la loro migrazione, nonostante se ne vedano molto poche dopo settembre, uno dei motivi per cui si afferma che la caccia non ha un impatto significativo sulla popolazione.
Nelle precedenti sessioni venatorie di primavere il numero di volatili registrati non ha mai superato le cinquemila unità, ad esempio nel 2014 le tortore erano di poco superiori a quota 4mila, mentre l’anno scorso hanno superato a malapena quota duemila. I dati e le varie informazioni a cui si sta facendo riferimento, però, dovranno essere approfonditi con maggiore cura prima di adottare iniziative e di procedere con altri calendari e abbattimenti.
Noi cacciatori maltesi non prendiamo quote come voi in autunno allora lasciateci in pace!!!!!