Questi ultimi sono stati previsti dalla Legge Quadro sulla caccia del 1992, mentre se si guarda alla Sardegna la norma di riferimento è la Legge Regionale numero 23 del 1998, recante “Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna”. L’emanazione risale a quasi diciotto anni fa, ma nonostante la “maturità” raggiunta, l’applicazione è stata praticamente impossibile. Questo testo ha dedicato tre articoli agli Ambiti Territoriali di Caccia, per la precisione l’articolo 16, il 17 e il 18.
Il primo spiega i compiti dei comitati direttivi, il secondo delinea la composizione e l’istituzione degli stessi, mentre il terzo è dedicato al funzionamento di quest’organo decisionale. L’Unione Cacciatori di Sardegna (UCS) ha criticato più volte la legge regionale, definendola un vero e proprio “plagio” di quella nazionale sulla caccia e ricordando quanto fosse invece utile la normativa precedente. Per circa due decenni è infatti rimasta in vigore la Legge Regionale numero 32 del 1978 (“Sulla protezione della fauna e sull’esercizio della caccia in Sardegna”), quella che è stata definita una anticipazione delle previsioni dell’Unione Europea, in quanto faceva riferimento al minor numero di specie cacciabili e alle giornate di caccia.
Ecco perché gli Ambiti Territoriali non sono riusciti a incontrare il successo sperato e l’incontro della prossima settimana è stato organizzato con grande ottimismo, nella speranza di individuare le soluzioni giuste e alternative, altrimenti il problema rimarrà sempre lo stesso. Di Macomer si è parlato in relazione alla caccia anche qualche settimana fa per annunciare la prima volta dell’isola protagonista di una fiera dedicata alla caccia, alla pesca e al tempo libero. La manifestazione è in programma dal 17 al 19 giugno prossimi, quindi questo incontro di fine inverno potrà essere uno spunto in più per i dibattiti della fiera sarda, una sorta di “antipasto” in vista di approfondimenti più dettagliati.