I cacciatori del Lussemburgo dovranno fare i conti con due divieti che sono appena diventati legge, quello relativo alla caccia alla volpe e quello (parziale) che riguarda i cinghiali. Come riferito dal Luxemburger Wort, l’associazione venatoria “Fédération Saint-Hubert” ha protestato e contestato il regolamento introdotto negli ultimi giorni dal piccolo Granducato. In particolare, il divieto è stato visto come una decisione prettamente politica, sottolineando come le misure previste siano superflue, inefficaci, pericolose, oltre che penalizzanti nei confronti dei cacciatori.
La Corte Amministrativa ha chiarito che non si è trattato di politica, ma di un normale interesse di bene comune. I legislatori non ammettono critiche e sono sicuri del fatto che non sia stato commesso alcun errore: il giudice, inoltre, ha reso noto come “i cacciatori non siano stati in grado di mostrare in maniera chiara che il numero di volpi in Lussemburgo non è stato limitato dalla caccia”.
La riduzione della popolazione di questi animali era stata motivata con il verme solitario, una giustificazione considerata non valida. Comunque, il divieto è temporaneo e potrebbe essere bloccato nel caso la situazione dovesse migliorare. Al contrario verrebbe inasprito nell’ipotesi di un peggioramento. I giudici hanno anche rigettato la rimostranza della comunità venatoria, secondo cui i cacciatori sarebbero più svantaggiati rispetto agli altri fruitori della foresta.