Lupo: da predatore iconico a problema per la coesistenza con l’uomo
Negli ultimi decenni, il lupo (Canis lupus) ha vissuto una sorprendente ripresa in Europa, diventando un simbolo di successo per la conservazione della fauna selvatica. Tuttavia, questa crescita ha avuto un costo significativo per l’agricoltura e la sicurezza delle comunità rurali. In Italia, i danni causati dai lupi agli allevamenti si sono moltiplicati, con attacchi sempre più frequenti a greggi, bovini e altri animali da reddito, mettendo in ginocchio interi settori economici legati alla pastorizia.
A questo quadro si aggiunge un dato preoccupante: segnalazioni crescenti di avvicinamenti del lupo ai centri abitati e, in alcuni casi estremi, attacchi agli esseri umani. Questa convivenza forzata ha reso evidente la necessità di un cambiamento nelle politiche di gestione della specie, sia per tutelare l’uomo e le sue attività sia per garantire uno stato di conservazione adeguato del lupo.
Una svolta epocale nella gestione del lupo
Il Comitato Permanente della Convenzione di Berna ha recentemente approvato un’importante modifica allo status di protezione del lupo in Europa. Dal 7 marzo 2025, la specie passerà da “rigorosamente protetta” a “protetta”, un cambiamento che apre la strada a misure di gestione più flessibili. Questa decisione, sostenuta da numerosi Stati europei, è il risultato di anni di dibattito sulle crescenti difficoltà di coesistenza tra il lupo e le attività umane.
In Italia, questa riclassificazione potrebbe consentire interventi più mirati nelle aree colpite da una presenza eccessiva di lupi. Tra le misure ipotizzabili vi sono abbattimenti controllati, strumenti di deterrenza avanzati e un maggiore supporto agli allevatori per la protezione del bestiame.
La sfida italiana: trovare l’equilibrio tra conservazione e protezione delle attività umane
L’Italia, con la sua lunga tradizione agricola e pastorale, è uno dei paesi più esposti ai danni causati dai lupi. Le aree appenniniche e alpine sono state particolarmente colpite, con perdite economiche rilevanti e un senso di insicurezza crescente tra le comunità locali.
La riclassificazione del lupo non significa abbandonare la sua tutela, ma piuttosto adottare una gestione più equilibrata e pragmatica. Le nuove normative potrebbero rappresentare un’opportunità per implementare soluzioni innovative e basate sulla scienza, garantendo sia la conservazione della specie sia la salvaguardia delle attività umane.
Questo passo rappresenta una vittoria per agricoltori e cacciatori, che da anni richiedono interventi più incisivi per limitare i danni e riportare equilibrio nelle campagne italiane.