Alcune di queste specie (suini e cinghiali) possono giocare un ruolo epidemiologico nella trasmissione all’uomo attraverso le proprie carni. Si ritiene, quindi, necessario rinnovare le indicazioni, date già in passato ai cacciatori e agli allevatori di suini per autoconsumo, ribadendo anche a tutti i consumatori che è necessario sottoporre a completa cottura, fino al cuore del prodotto, le carni dei cinghiali abbattuti a caccia per autoconsumo, che non hanno avuto controlli veterinari.
Nel caso non si conosca la provenienza di carni di suini o cinghiali è sempre necessaria la cottura al cuore del prodotto. Il settore regionale della Prevenzione Collettiva, di comune accordo con l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e Toscana, l’Area funzionale di sanità pubblica veterinaria dell’Asl Sud Est e il settore regionale Faunistico Venatorio, ha deciso di innalzare ulteriormente il livello di sorveglianza, già attivo sulle specie selvatiche sensibili (lupo, cinghiale, volpe, tasso eccetera).
Nei prossimi giorni, nel comprensorio, dove è stato trovato il lupo risultato positivo, sono già stati messi in calendario incontri tra le Autorità sanitarie, i responsabili delle squadre dei cacciatori e gli Ambiti territoriali di caccia (Atc), per sensibilizzare ulteriormente tutto il settore venatorio su questa tematica. La campagna di informazione e prevenzione verrà comunque rafforzata su tutto il territorio regionale (Firenze Post).