La CCT è tornata sull’argomento Lupo. Ecco il testo del comunicato: “La nostra, ovviamente, non deve essere scambiata come una ossessione su un argomento estremamente complesso e che deve necessariamente essere trattato con competenza ed equilibrio. Torniamo sull’argomento e sugli esiti dell’importante Simposio organizzato da Ispra lo scorso 3/4 dicembre a Roma, perché riteniamo che in quella sede, siano emerse posizioni importanti sulle quali anche noi cacciatori dobbiamo necessariamente riflettere. Certamente, per chi come la CCT, da tempo, sta sostenendo che su questo problema occorre passare urgentemente dalla “Conservazione” alla “Gestione” ed occuparsi sempre più, dell’impatto che questa specie ha sulla convivenza e sulle attività umane, i risultati di questo appuntamento non possono essere considerati minimamente soddisfacenti.
A nostro parere, dopo anni di investimenti milionari, continua a prevalere la solita rincorsa a stabilire come priorità l’unificazione dei criteri di monitoraggio e delle banche dati; la rincorsa a chiedere adeguati finanziamenti, con soldi pubblici, al Ministero dell’ Ambiente, vista la forte contrazione di risorse economiche Europee provenienti dai progetti Life. Più soldi quindi per gli stessi monitoraggi, riaffermando al contempo la logica “Conservativa” di questa specie. Una logica che scarica gli effetti negativi sugli allevatori e su chi vive la ruralità e il rapporto con il territorio, vivendo i problemi di sopravvivenza che risultano drammaticamente distanti dalla cartolina del “paesaggio incantato con il lupo buono e la bambina che lo accarezza”.
Tuttavia, e ciò non era scontato, qualcuno ha coraggiosamente e con onestà intellettuale, presentato un chiave di lettura e delle proposte ben diverse innescando così una sfida culturale e politica che sicuramente è destinata ad alimentare il dibattito ed il confronto nei prossimi giorni. La sfida della gestione opportunamente avanzata dal Prof. Marco Apollonio e dal Presidente di Federparchi Gianpiero Sammuri, rappresentano l’alveo culturale sul quale anche il mondo venatorio potrà apportare un positivo contributo”.