Negli ultimi due anni, oltre 200 cani sono stati uccisi dai lupi nell’Appennino Piacentino e Parmense, una situazione che sta destando preoccupazione tra allevatori, cacciatori e amministratori locali. Di fronte a questo scenario, un gruppo di sindaci e rappresentanti delle associazioni venatorie ha inviato una lettera aperta ai candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, chiedendo un intervento deciso per gestire la presenza del lupo sul territorio.
L’appello mette in evidenza come le predazioni non solo abbiano causato gravi danni emotivi ed economici, ma abbiano anche aumentato la tensione tra le comunità locali, spesso costrette a convivere con un fenomeno che sembra fuori controllo. I firmatari della lettera richiedono soluzioni che bilancino la tutela della specie con la necessità di proteggere gli animali domestici e il lavoro delle persone che vivono in queste aree.
Tra le richieste avanzate spiccano l’adozione di misure preventive più efficaci, come recinzioni rinforzate e programmi di educazione per le comunità, oltre a una revisione delle politiche di gestione del lupo. Gli amministratori locali, in particolare, sottolineano l’urgenza di un piano regionale che possa offrire soluzioni concrete e immediate per limitare i danni.
Questo dibattito evidenzia la complessità del rapporto tra uomo e fauna selvatica, soprattutto in aree dove l’attività umana si intreccia strettamente con l’ambiente naturale. I sindaci e i cacciatori coinvolti nell’iniziativa sperano che l’attenzione posta sul problema possa portare a un dialogo costruttivo e a interventi che favoriscano una convivenza sostenibile.