Gruppo di lavoro Commissione Regionale Speciale
“La gestione e il continuo monitoraggio sono quanto mai fondamentali per salvaguardare le aziende agricole e contemporaneamente garantire al lupo il suo ruolo ambientale”. Questa la dichiarazione di Lorena Miele, vicepresidente di Cia Lombardia, a seguito dei dati forniti ieri dalla seduta del Gruppo di lavoro Commissione Regionale Speciale ‘Valorizzazione e tutela dei territori montani’ Rapporti con la Svizzera che ha ospitato i dirigenti delle direzioni generali della presidenza della Regione Lombardia e degli assessorati regionali all’Agricoltura e al Territorio. Nel corso della mattinata il Gruppo di Lavoro ha incontrato infatti anche le associazioni di categoria degli agricoltori, che hanno evidenziato le difficoltà del comparto a seguito del proliferare di branchi di lupi, stimato in un 20-30% annuo, per un totale di 21 branchi censiti sul territorio lombardo.
Pascoli troppo grandi
“Serve una legge speciale per la gestione del lupo, che non è più una specie in via d’estinzione ma anzi, prolifera molto velocemente e oggi come non mai è un grosso problema per le aziende agricole e per chi pratica allevamento amatoriale -spiega Miele-. Ben vengano gli incrementi ai bandi per le attività di prevenzione, che sono una risorsa importante per chi ha perdite di bestiame, ma che non sono la soluzione al problema. Non è possibile cintare pascoli enormi, così come diventa economicamente insostenibile avere pastori presenti 24 ore al giorno a guardia dei greggi. La pastorizia, ricordiamo, serve anche a garantire la pulizia delle praterie montane, habitat di molte specie di piccoli animali che rischiano di sparire”.
Abbattimenti preventivi
Il fatto, poi, che il lupo abbia sempre meno paura dell’uomo è uno dei principali problemi nella gestione di soggetti che si avvicinano sempre più ai centri abitati, situazioni che sarebbero evitate se si procedesse all’abbattimento preventivo, attività oggi vietata in Italia. Ancora la vicepresidente di Cia Lombardia: “Come associazione ci battiamo per garantire l’equilibrio biosistemico e conosciamo bene l’importanza dei predatori per mantenere viva la biodiversità, è tuttavia scientificamente provato che finchè il lupo ha paura dell’uomo diminuiscono gli attacchi. La Svizzera da tempo opera con successo abbattimenti preventivi di soggetti giovani, di modo che il branco identifichi il pericolo e si tenga lontano da edifici e allevamenti controllati dall’uomo”.
L’esempio della Francia
Non si parla di eradicazione, bensì di gestione: “Servono un controllo e una gestione costante della popolazione, per ottenere che i danni causati dai lupi siano prossimi allo zero. La Francia ha ottenuto una deroga per gli abbattimenti, auspichiamo che anche in Italia si possa intervenire per evitare che i branchi aumentino sempre più, causando non solo danni al bestiame, ma veri e propri attacchi alle persone, come turisti e pastori”, conclude la vicepresidente Miele. (Fonte CIA)