Oramai sono quotidiane le notizie di predazioni da parte dei lupi su tutto il territorio nazionale a danno di animali da allevamento ed animali da compagnia. L’incontrollata espansione del lupo su tutto il territorio nazionale sta provocando l’abbandono delle zone collinari e montane da parte degli agricoltori, degli allevatori e dei malghesi, grazie ai quali il nostro territorio è sempre stato oggetto di gratuite manutenzioni che hanno comportato nei secoli evidenti vantaggi per l’ambiente, per l’economia e per l’ecosistema, vantaggi che non saranno più garantiti se queste persone saranno costrette ad abbandonare i loro territori a causa dell’eccessiva presenza del lupo.
Come ci ha insegnato l’esperienza di Israele e di altre nazioni in cui la mancata gestione del lupo ha portato questi grandi predatori a non temere più l’uomo ed a considerarlo non più come un nemico naturale ma come una delle tante prede di cui cibarsi, anche in Italia si sta correndo lo stesso pericolo. Anche nel nostro territorio il lupo, abbandonato ogni timore nei confronti dell’uomo, si spinge oramai frequentemente in prossimità dei centri abitati se non addirittura nelle immediate vicinanze di abitazioni, di scuole e di altri ambienti antropizzati. Sempre più frequenti sono le testimonianze di incontri ravvicinati tra esseri umani e lupi, con atteggiamenti da parte i questi animali sempre più aggressivi e pericolosi.
Come avviene in molti altri paesi europei dove il problema lupo è stato affrontato con obiettività e scientificità, anche in Italia il problema lupo deve essere affrontato su basi scientifiche, tenendo in considerazione l’elevata antropizzazione dei nostri territori. Rivolgiamo forte il nostro appello alle Istituzioni affinché il Governo si doti di un Piano nazionale di gestione del lupo che preveda il monitoraggio, il censimento e, in attuazione di quanto previsto dalla Direttiva Habitat 92/43/CE, il contenimento di questa specie per renderla compatibile con l’ecosistema ma anche con le attività antropiche esercitate sul nostro territorio, prime tra tutte l’allevamento, la monticazione e la pastorizia. Prima che succeda qualcosa di irreparabile a danno di esseri umani, le Istituzioni hanno il dovere di intervenire prontamente a salvaguardia dell’economia e dell’incolumità delle persone.
È pur vero che in Italia le Istituzioni sono sempre abituate ad intervenire emotivamente dopo che si è verificato un evento calamitoso senza mai pensare alla prevenzione, ma in questo caso le conseguenze dell’inerzia da parte delle istituzioni sono fin troppo prevedibili. Viste le sempre più frequenti segnalazioni che ci arrivano da tutta Italia e recepito il grido di allarme che si alza forte dai nostri territori, chiediamo con pressante insistenza che le Istituzioni agiscano senza ulteriori esitazioni (Sergio Berlato – Presidente dell’Associazione per la Cultura Rurale).