Si sta parlando di un’imposta pari al 25%, in modo da aumentare i prezzi di maiale, pollo e altri volatili. Nel caso della carne suina, infatti, ogni cento grammi ci sarebbe un rincaro di 36 centesimi, mentre l’aumento arriverebbe a 47 centesimi per quel che riguarda i bovini. L’aliquota andrebbe applicata in maniera graduale, cominciando nel 2021 e puntando al 2030 come al momento finale per il gettito desiderato (circa 30 miliardi di euro l’anno).
Il denaro accumulato, poi, coprirebbe al 100% i costi ambientali che gli eurodeputati continuano ad imputare alle aziende zootechiche, nello specifico alle emissioni di anidride carbonica e ai nitrati. Lo scenario non è affatto incoraggiante per l’agroalimentare, visto che entro il 2030 la carne bovina è destinata a crollare del 67% per quel che riguarda i consumi (-57% per la carne di maiale).