Cacciatori con la «targa» per essere identificati anche da lontano, in caso di incidenti, di comportamenti illeciti e abbandono dei luoghi senza prestare soccorso. L’idea è del consigliere regionale del Partito democratico Andrea Zanoni, primo firmatario di una mozione sottoscritta anche dalla collega veronese Anna Maria Bigon, da Cristina Guarda di Europa Verde e da Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione. «Basterebbe una pettorina, con numero di matricola individuale, per consentire l’identificazione in caso di incidenti e scoraggiare comportamenti illeciti.
Non è una misura punitiva, bensì a tutela della sicurezza dei cittadini. Così chiunque riuscirebbe a leggere la matricola, riportata a caratteri cubitali e a denunciare alle forze dell’ordine, in caso di danni e abusi, i responsabili che scappano. I cacciatori che rispettano le regole, come anche le loro associazioni, dovrebbero essere d’accordo con la nostra proposta e sostenerla: le mele marce sono ovunque e rischiano di danneggiare tutti indiscriminatamente», osserva Zanoni, che cita recenti incidenti, entrambi nel Veneziano, in cui sono stati coinvolti cittadini incolpevoli nei propri giardini privati.
Nel Veronese, oltre a un incidente di caccia fra due amici, si sono registrati danni a un ciclista e a una donna in escursione. «Un provvedimento del genere sarebbe un deterrente per chi non rispetta le regole e comunque agevolerebbe il lavoro delle forze dell’ordine: dall’inizio della stagione venatoria in Veneto sono già sei le persone ferite, quattro delle quali non cacciatori. È evidente che servono provvedimenti più severi degli attuali, sia sul fronte della prevenzione sia dell’inasprimento delle pene».
Nella mozione, oltre alle pettorine con matricola, figurano il raddoppio delle distanze di sicurezza da edifici e strade per chi caccia; il divieto di iscrizione agli Ambiti territoriali di caccia e Comprensori alpini per almeno 10 anni per chi causa incidenti, violando le distanze di sicurezza e la revoca della licenza per lo stesso periodo temporale. Per Zanoni sarebbe anche «utile eliminare il nomadismo venatorio, che consente ai cacciatori di spostarsi in tutto il Veneto, da una provincia all’altra, in uno stato di semianonimato». «Se gli automobilisti viaggiano con una targa identificativa, non vedo perché non possano fare altrettanto i cacciatori che girano con un’arma potenzialmente letale per altre persone. Non sono misure contro qualcuno, ma a tutela di tutti», conclude il consigliere del Pd che si augura di trovare in aula un appoggio trasversale.