Dopo aver degustato la carne cruda, lavorata in forma si salsicce, dei cinghiali regolarmente abbattuti durante battute di caccia si sono ammalati di Trichinellosi; è accaduto nelle ultime due settimane nella provincia di Lucca dove sono arrivati a 26 i casi di infezione tutti circoscritti ai cacciatori ed ai loro familiari residenti nella zona della Valle del Serchio. La Trichinellosi è una patologia rara in Italia ma talvolta emerge qualche caso; dall’ASL di Lucca si apprende che in Toscana da circa 20 anni non venivano segnalati casi di pazienti infetti.
L’ASL è stata allertata dopo le prime segnalazioni dei sintomi della malattia quali febbre, dolori muscolari, manifestazioni cutanee; gli accertamenti sanitari svolti hanno evidenziato appunto focolai di ditrichinellosi, o trichinosi, “malattia causata da un parassita, la Trichinella, che è un verme che può contaminare con le sue larve le carni di diversi animali. L’uomo contrae l’infezione attraverso il consumo di carni animali contagiate e non cotte.
Le Trichinelle sono vermi cilindrici, anche noti come nematodi: è un parassita che dall’intestino può migrare nei muscoli, localizzandosi in piccole cisti sottocutanee. Ci si ammala solo mangiando carni infestate. Nel caso dell’uomo quindi carne suina o equina, se contaminate. Nel mondo animale la catena è molto più estesa, e comprende anche cani e gatti.
Dall’ASL fanno sapere che si tratta di una patologia rara ma presente in tutto il mondo e anche in Italia. Proprio per la sua rarità e per sintomi che possono risultare simili a quelli di altre patologie non è di facile riconoscimento. Gli ultimi casi in Italia risalgono al 2011 in Sardegna. Gli esami che svelano la trichinellosi sono marcata eosinofilia (fino al 70%), leucocitosi, aumento degli enzimi muscolari (Cpk), esami sierologici. Definitiva per la diagnosi è la biopsia muscolare positiva per Trichinella.
Proseguendo l’Azienda Sanitaria ha spiegato che “La macchina che si è messa in moto dopo la comparsa dei primi casi, subito riconosciuti dall’unità operativa di malattie infettive di Lucca, ha permesso di circoscrivere il fenomeno e di effettuare tutte le necessarie operazioni legate alla prevenzione, grazie all’impegno degli operatori della veterinaria e dell’igiene degli alimenti. Ora gli ammalati riconosciuti stanno tutti bene, grazie alle cure immediate a cui sono stati sottoposti”.
Concludendo l’ASL avverte, “È bene ricordare che è possibile evitare il rischi o di contaggio di questa malattia mangiando la carne ben cotta. Le larve di Trichinella muoiono con il calore: basta 1 minuto a 65 gradi. Anche il congelamento è utile a distruggere le larve: 20-30 giorni a -15° o -30° per 6 giorni. In questa maniera vengono distrutte le larve e si impedisce l’insorgere della malattia che ha un periodo di incubazione di circa 8-15 giorni. Se si macella in proprio, pulire bene gli strumenti entrati in contatto con la carne, quelli di salatura o di affumicamento, potrebbe non bastare a neutralizzare il parassita”.
3 gennaio 2013