L’Europarlamentare Stefano Maullu (FdI) ha lanciato il manifesto di Gun Rights, la piattaforma social creata tre anni fa per tutelare i diritti dei legali possessori di armi, degli appassionati e dei collezionisti, ma anche per sfatare ogni tabù contro le armi e il loro utilizzo. Negli scorsi anni, al Parlamento Europeo, Stefano Maullu è stato l’unico Europarlamentare italiano del Ppe (prima del suo passaggio in FdI e nell’Ecr) a votare contro la direttiva europea 477, che avrebbe voluto imporre limiti e restrizioni per i legali possessori di armi.
“Ho voluto realizzare questo semplice e chiaro manifesto per raccontare le mie battaglie europee sui dossier legati alle armi, portate avanti con l’unico obiettivo di salvaguardare i diritti di chi desidera armarsi in maniera legale, per passione o anche per difendersi – afferma l’Eurodeputato Stefano Maullu; – La brochure è scaricabile gratuitamente dal sito www.gunrightsitalia.it o da Facebook, dalla mia pagina personale e da quella di Gun Rights. All’interno del documento ho cercato di dimostrare l’inconsistenza di certe accuse rivolte alle armi, come la presunta correlazione tra il numero di omicidi commessi e la quantità di armi regolarmente possedute. Come efficacemente dimostrato da una ricerca dell’Università Sapienza, infatti, gli omicidi commessi con armi legalmente detenute rappresentano soltanto il 5% del totale.
In più di un caso – continua Maullu – le crociate contro le armi sono alimentate anche dalla disinformazione creata da alcuni media, che riportano continuamente imprecisioni, accostamenti sbagliati e dati completamente errati. Questi attacchi immotivati non danneggiano soltanto la reputazione dei possessori e degli appassionati, ma anche quella della filiera italiana dei produttori, che rappresenta una vera e propria eccellenza nazionale. Ho deciso di portare avanti questa battaglia per contrastare la crociata anti-armi che cerca continuamente di demonizzare le armi da fuoco, con motivazioni ideologiche e inconsistenti, basate sul nulla. La nostra posizione è chiara: anziché demonizzare le armi, bisognerebbe concentrarsi sulle intenzioni di chi le utilizza in maniera impropria.
Non conta tanto il mezzo, lo strumento, ma le motivazioni che spingono molti individui a usare le armi in modo scorretto, alimentando anche il mercato nero. Spesso, con il pretesto di contrastare il terrorismo, si è cercato di colpire le armi, e con esse anche tutto il mondo degli appassionati. Il terrorismo internazionale, negli ultimi anni, si è spesso servito di armi non convenzionali, come coltelli e automobili. Perché allora non si dà vita a una direttiva europea incentrata su questo genere di armi, sui coltelli da cucina o dai furgoni? Nonostante l’evidenza, l’attenzione continua a essere posta soltanto sulle armi da fuoco, come se fossero la causa di ogni male. In questi anni, in Europa e in Italia, ho potuto constatare che la realtà è ben diversa. La comunità di appassionati di armi è formata da persone per bene, accomunate da un interesse sano e positivo, e merita di essere sostenuta e appoggiata con ogni mezzo”.
Era ora! Qualcuno che si rende conto che il possessore legale di armi è una persona onesta e per bene. Troppi giornalisti e politici ci additano, su base SOLO ideologica, come potenziali criminali, pur sapendo benissimo di alimentare una visione sbagliata della realtà.